Paganini e l’Edizione Nazionale delle sue opere

Verrà presentato sabato prossimo, 29 marzo (ore 17) nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi, a cura del “Centro Paganini per la ricerca e la didattica” l’ultimo volume, il XIV, dell’Edizione Nazionale delle Opere di Paganini.

Si tratta della Suonata con Variazioni M. S. 47 su un tema di Weigl. Dopo i saluti istituzionali, parteciperanno all’incontro  il compositore Italo Vescovo, autore della revisione critica, Renato Meucci, presidente del Comitato scientifico dell’Edizione stessa, Roberto Iovino, direttore del «Centro Paganini», Anna Sorrento, musicologa e componente del Comitato scientifico delle Edizioni e Danilo Prefumo, musicologo e studioso di Paganini.

L’Edizione Nazionale, fondata da Raffaello Monterosso, ha preso il via nel 1976 con la pubblicazione di 3 Quartetti per archi, a cura di Federico Mompellio, il musicologo e compositore genovese cui si deve l’impostazione critica della collana.

Obbiettivo, sin dalle origini, ripulire la musica paganiniana da tutte le incrostazioni e da tutti gli errori di false edizioni che nel tempo hanno prodotto una letteratura distorta del nostro Artista. Come è noto, vivente Paganini, poche sue opere sono state pubblicate: il suo sogno era quello di curarne lui stesso la stampa, una volta chiusa la carriera esecutiva. Purtroppo la morte precoce glielo ha impedito. Lavorando su manoscritti e comparando diverse edizioni, gli studiosi che dal 1976 si sono prodotti in questo lavoro (da Mompellio a Monterosso Vacchelli, da De Chiara a Delfino, da Sorrento a Howard, da Dellaborra a Vescovo)  hanno contribuito in maniera determinante a dare delle opere paganiniane una versione rigorosa e coerente con le intenzioni dell’autore.

L’incontro sarà l’occasione, dunque, per riflettere sull’attuale stato della conoscenza del Paganini autentico: cosa si è fatto e cosa si dovrà ancora fare per garantire una conoscenza filologicamente corretta delle sue opere.

«Il tema, dal carattere giocoso ed estroverso – ha scritto nella prefazione all’ultimo volume, Italo Vescovo – è preso da “Pria ch’io l’impegno” dall’“Amor marinaro ossia Il Corsaro”, dramma giocoso in due atti di Joseph Weigl, su libretto di Giovanni de Gamerra, rappresentato per la prima volta al Burgtheater di Vienna, il 15 ottobre 1797.

Il tema di Weigl ebbe all’epoca molta popolarità; Beethoven, probabilmente, fu il primo a impiegarlo, sempre in forma di variazioni, nell’ultimo movimento del Trio op. 11 in Sib maggiore per clarinetto, violoncello e pianoforte del 1798; in seguito lo utilizzarono anche altri musicisti quali, solo per citarne alcuni, Josef Jelinek, Alessandro Rolla, Luigi Legnani, Johann Nepomuk Hummel».