La musica ai tempi della pandemia: tre domande a Dalia Gaberščik

Figlia del compianto Giorgio Gaber e di Ombretta Colli, Dalia Gaberščik gestisce l’agenzia di comunicazione Goigest e ha un curriculum sterminato, raro. Dopo la morte del padre Giorgio, avvenuta nel 2003, Dalia Gaberščik insieme a Paolo Dal Bon, ha dato vita alla Fondazione Gaber della quale è vicepresidente e con la quale ha organizzato dal 2004 al 2013 dieci edizioni del Festival teatro canzone Giorgio Gaber a Viareggio, dove i più grandi artisti si sono esibiti con grande generosità nel repertorio del Signor G.

Le abbiamo formulato tre domande prima della diretta Facebook con la Cooperativa Zenart per #AperiMusicConArtista, il format che parla di musica, mercato, arte e nuove idee in modo informale facendo sempre opinione.

– Fin da giovanissima ha lavorato nella comunicazione di cui oggi è vera e propria first lady e imprenditrice. Nelle gravi difficoltà del periodo si può dire che la pandemia ha fatto riscoprire proprio il ruolo primario della comunicazione, la sua capacità di precorrere i tempi o di adattamento?

“Non so, in realtà, se anticipa i tempi; certamente per chi si occupa di comunicazione come noi nell’ambito dell’intrattenimento questo lockdown che ha portato alla chiusura di tutte le attività live dalle conferenze stampa agli eventi di piazza con centinaia di migliaia di persone. Non è una situazione gradevole, anzi, dal punto di vista dello spettacolo mette in ginocchio tanti professionisti. Di contro si è fatta strada tutta la comunicazione dei soggetti in direzione dei media e questo ha fatto sì che non ci annoiassimo”.

– Petrolini cantava e recitava grossomodo sul genere del varietà, Brel recitava sulla musica ma non ha lasciato una compiuta eredità drammaturgica possiamo dire che Gaber-Luporini hanno creato davvero il teatro-canzone in grado di racchiudere tutti i generi dal comico al drammatico al farsesco?

“E’ una grande eredità portata avanti della Fondazione Gaber. Noi ci teniamo molto a promuovere il lavoro che Gaber e Luporini  hanno lasciato perché crediamo che ancor oggi sia attualissima l’analisi sull’uomo della storia del teatro canzone, pensate alla loro interpretazione, ai contenuti… I giovani che non li hanno potuti incrociare anagraficamente, ma che oggi lo conoscono e lo scoprono, ne sono veramente entusiasti”.

– Cosa la lega in particolare a Zenart?

“Li conosco da tanti anni … Abbiamo realizzato un bellissimo progetto di Rossana Casale che è stato portato in giro per anni e anni e siamo contenti che sia rimasta in piedi una buona amicizia professionale con il team di Zenart che in questi giorni sta proponendo online il format #AperiMusicConArtista a cui io stessa parteciperò nella serata del 26 maggio alle 18:30”.