Mary Lou Williams, the first Lady of Jazz

Mary Lou Williams is perpetually contemporary.  Her writing and performing have always been a little ahead throughout her career. Her music retains, and maintains, a standard of quality that is timeless. She is like soul on soul (Duke Ellington in “Music is My Mistress”)

Mary Lou Williams (8 maggio 1910 – 28 maggio 1981), pianista, compositrice ed arrangiatrice, ha registrato oltre cento dischi tra 78, 45 e 33 giri. Autrice di arrangiamenti e composizioni per Duke Ellington e Benny Goodman,  è stata amica ed ispiratrice di Thelonious Monk, Charlie Parker e Dizzy Gillespie. Dotata di una versatilità straordinaria, viene ricordata come una delle donne più influenti nella storia del jazz.

Gli esordi

Jazz is a spiritual music. It’s the suffering that gives jazz its spiritual dimension. That’s what our young jazzmen today have forgotten. Only through suffering is a true thing born. (Mary Lou Williams)

Nata Mary Elfrieda Scruggs, ad Atlanta in Georgia, crebbe a Pittsburgh in Pennsylvania, prima di undici fratelli.

“Fu mia madre a spingermi a continuare sulla strada della musica. Fu lei a fare dei miei vicini di casa il mio primo pubblico, quando non avevo ancora quattro anni e suonavo l’harmonium”.  Sono parole della Williams, che imparò giovanissima e come autodidatta a suonare il pianoforte (tenne il suo primo spettacolo pubblico a soli sei anni) e divenne musicista professionista negli anni dell’adolescenza. Lei stessa indicò Lovie Austin come l’artista che maggiormente la influenzò, ma sicuramente fu fondamentale per la sua formazione anche l’ascolto delle prime registrazioni di Fats Waller e James P. Johnson.

A soli sei anni Mary Lou contribuiva già al sostegno della propria numerosa famiglia suonando a feste e cerimonie e cominciò ad esibirsi pubblicamente l’anno seguente. A Pittsburgh divenne ben presto nota come “la piccola ragazza del pianoforte della East Liberty”.

Nel 1924, a 14 anni, fu scritturata nel circuito “Orpheum” e nello stesso anno suonò per la prima volta con Duke Ellington e i “Washingtonians”.

Si racconta anche che una notte, mentre stava esibendosi con i “McKinney’s Cotton Pickers” allo “Harlem’s Rhythm Club” di Harlem, Louis Armstrong entrò nel locale e rimase ammirato ad ascoltarla. Quando ebbe finito di cantare, Satchmo  l’abbracciò e la baciò.

Nel 1927  la Williams sposò il saxofonista John Williams. Lo aveva conosciuto a Cleveland, dove si trovava in tournèe col gruppo, i “Synchopators”; quindi con lui si spostò a Memphis, nel Tennessee.

Kansas City: “The Twelve Clouds of Joy”

You had to have a strong left hand in those days or they wouldn’t pay attention to you. (Mary Lou Williams)

John fondò una band a Memphis, includendo Mary Lou al piano, ma nel 1929 lasciò l’orchestra per collaborare con Andy Kirk ad Oklahoma. Così lasciò la moglie, appena diciannovenne, a Memphis per dirigere il gruppo per le restanti date previste per quella stagione. Mary Lou raggiunse in seguito il  marito ad Oklahoma ma in un primo tempo non fece parte della band, ormai conosciuta come i “Twelve Clouds of Joy” di Andy Kirk. Quando questi ultimi accettarono una scrittura a Kansas City, la Williams cominciò a collaborare con loro come strumentista, arrangiatrice e compositrice. Scrisse per Kirk canzoni quali Walkin e Swingin, Twinklin, Cloudy e Little Joe from Chicago.

Durante l’inverno del 1930 la musicista si trasferì a Chicago per registrare il suo primo disco da solista con i brani Drag ‘Em e Night Life per la Brunswick Records. In tale occasione aggiunse il nomignolo Lou, dietro suggerimento di Jack Kapp della Brunswick. Il disco vendette molto e portò la Williams al successo nazionale.

Poco dopo la registrazione firmò un contratto come seconda pianista di Kirk, ma continuò a lavorare autonomamente come arrangiatrice per Earl Hines, Benny Goodman e Tommy Dorsey. Nel 1937 compose In the Groove, in collaborazione con Dick Wilson, mentre Benny Goodman le chiese di scrivere un blues per la sua orchestra. Così nacquero Roll ‘Em – boogie-woogie di ispirazione blues che fece furore  –  e Camel Hop su tema di Goodman, scelto per la pubblicità radiofonica delle sigarette Camel. Quindi Goodman, sempre attento ai gusti del grande pubblico ma ancor più alla qualità di arrangiamenti ed esecuzioni – le chiese di firmare un contratto per avere l’esclusiva sulle sue composizioni, ma lei rifiutò preferendo rimanere libera. Stava diventando uno dei compositori più richiesti dell’era dello Swing.

New York: modern jazz al Cafè Society

If we are to make progress in modern music, or, if you prefer, jazz, we must be willing and able to open our minds to new ideas and developments

(Mary Lou Williams)

Nel 1942 la Williams, che aveva divorziato dal marito, lasciò la “Twelve Clouds of Joy” e tornò a Pittsburgh dove, con Harold “Shorty” Baker, formò un ensemble di sei elementi con Art Blakey alla batteria. Dopo una stagione di concerti a Cleveland, Baker partì per unirsi all’orchestra di Ellington a New York. La Williams lo raggiunse ed i due convolarono poco dopo a nozze in Baltimora. Per Ellington Mary Lou arrangiò diversi brani tra cui  Trumpets No End (1946) – una sua strepitosa versione di Blue Skies di Irving Berlin improntata sui virtuosismi della sezione trombe –  ma nel giro di un anno lasciò Baker e la band e tornò a New York.

Quindi firmò un regolare contratto al “Cafè Society” in Greenwich Village,  iniziò una trasmissione radiofonica settimanale dal titolo “Mary Lou Williams’s Piano Workshop” per l’emittente WNEW e cominciò collaborare con molti musicisti del bebop,  da Gillespie a Monk,  a Powell e Dameron.

“In quel periodo Monk e i ragazzi arrivavano a casa mia ogni mattina alle quattro, oppure venivano a prendermi al Cafè dopo il mio spettacolo – ricorda Mary Lou su ‘Melody Maker’– e stavamo insieme fino a mezzogiorno per discutere ed elaborare nuove idee musicali”.

Nel 1945 compose In the Land of Oo-Bla-Dee, un brano bebop per Dizzy Gillespie su testo di Milton Orent, bassista ed arrangiatore che collaborò con la musicista anche per l’orchestrazione della Zodiac Suite, composizione di vaste dimensioni cui stava lavorando in quegli anni. Mary Lou stimava molto Owen: “E’ almeno trent’anni avanti nel suono”,  diceva di lui.

La Zodiac Suite fu presentata il 31 dicembre 1945 alla Town Hall e nel giugno successivo fu in parte eseguita alla Carnegie Hall dalla New York Pops Orchestra. (La composizione non venne poi più eseguita interamente per 55 anni, fino all’ottobre del 2000).

Gli anni ’50: le tournèe nel mondo

I was still looking for peace of mind, and I was determined to give up music, nightlife and all else that was sinful in the eyes of God. After that, I wouldn’t play anymore. (Mary Lou Williams)

Nel 1952 la Williams si esibì con Mildred Bailey alla Town Hall e poi in importanti concerti a Chicago, New York, Boston e Philadelphia. Ottenne anche un prestigioso ingaggio al “Downbeat” di New York con Kenny Clarke e Oscar Pettiford. Nello stesso anno accettò un incarico in Inghilterra con la Cab Calloway Orchestra e rimase in Europa per due anni, esibendosi soprattutto a Londra e Parigi, ma anche in Olanda.  In quegli anni realizzò anche diverse incisioni – alcune delle quali col saxofonista Don Byas – e collaborò con Sarah Vaughan, Annie Ross e Mary Mc Partland.

Inoltre conobbe lo scrittore Max Jones, che divenne suo amico e biografo (sulla rivista “Melody Maker” è contenuta infatti una breve storia dell’artista scritta Jones). Rifiutò invece un’offerta del produttore Joe Glaser, che la voleva in tournèe accanto ad Armstrong e agli “All Stars”. Si esibì per diverse emittenti radiofoniche e televisive europee ma problemi economici e lavorativi accentuarono l’instabilità psichica che da qualche anno la affliggeva soprattutto a causa dei pregiudizi razziali con cui continuamente veniva a scontrarsi nel vecchio continente. Così si avvicinò alla fede cattolica: “Ho trovato Dio in un piccolo giardino a Parigi”, disse raccontando della propria visita ad una modesta e raccolta chiesa in un’oasi di verde parigina. Tornò a New York il 15 dicembre 1954.

La conversione religiosa

I  began building up a defense against prejudice and hatred . . . by taking my aching heart away from bad sounds and working hard at music (Mary Lou Williams)

Quando tornò negli Stati Uniti Mary Lou Williams si convertì alla fede cattolica cominciando a frequentare soprattutto la Chiesa di Nostra Signora di Lourdes, sulla 142 ma strada in Harlem. Venne battezzata il 7 maggio del 1957. Per un certo periodo diradò molto concerti ed impegni artistici in genere ma poi due preti e soprattutto Dizzy Gillespie, la convinsero a riprendere l’attività con maggior impegno e frequenza. Infatti riapparve proprio con Gillespie e la sua band, nel ’57, al Newport Jazz festival.

Nel 1958 fondò la “Bel Canto Foundation” per aiutare i musicisti in difficoltà economiche gestendo personalmente attività commerciali volte al recupero di fondi destinati alla beneficenza.

Anche le sue composizioni in questo periodo traggono ispirazione dal ritrovato spirito religioso.

Gli ultimi anni

I’m the only living musician that has played all the eras (Mary Lou Williams)

Nonostante la delusione della chiusura del suo store e della Bel Canto Foundation nel 1968, l’artista continuò a dedicarsi ad opere umanitarie, soprattutto volte alla diffusione della musica jazz fra i giovani.

Fondò anche una propria etichetta, diede vita al Festival Jazz di Pittsburgh, continuando anche a comporre, arrangiare, incidere dischi ed esibirsi fino a tarda età.

In un’ intervista alla Williams apparsa su “Time” nel 1964, la musicista spiega: “Quando suono prego attraverso le mie dita: inseguo quello che chiamo il ‘soul sound’ e cerco di toccare lo spirito delle persone”.

Partecipò  al leggendario Monterey Jazz Festival nel 1965 e nel 1971, suonò alla Carnegie Hall nel 1977 e nel 1978 fu tra i protagonisti del concerto “The Salute To Jazz” alla Casa Bianca alla presenza del Presidente degli Stati Uniti Jimmy Carter e in quell’occasione eseguì una memorabile Somewhere over the rainbow.

L’ultima registrazione, tre anni prima della morte fu il Solo Recital (Montreux Jazz Festival Live – 1978), importante lavoro che offre una retrospettiva di tutta la sua opera attraverso gli anni con accenti spiritual, blues, ragtime e swing. Tra i vari pezzi eseguiti in quell’occasione si ricordano in particolare Tea for Two, Honeysuckle Rose e le sue due composizioni Little Joe from Chicago e What’s Your Story Morning Glory.

Mary Lou Williams morì di cancro alla vescica a Durham, North Carolina. Fu sepolta nel cimitero cattolico “Calvario”, in una tranquilla zona collinare di Pittsburgh. Pare che poco poco prima di morire abbia detto: “Tutto quel che ho fatto è passato attraverso il letame e il fango”.

 

Link per ascolti:  https://www.youtube.com/watch?v=ZHlb9N71D7w