Borgio Verezzi: prove tecniche di ripartenza

Qualche settimana fa il mondo dello spettacolo aveva cominciato a vedere la luce con l’annuncio da parte del Governo di una possibile, graduale riapertura a partire dal 27 marzo. L’ultimo DPCM ha spento anche questo sogno, i sipari restano calati ovunque e, perse le speranze di tornare agli spettacoli dal vivo salvando almeno parzialmente le stagioni bloccate da fine ottobre, si guarda con apprensione all’estate. Tutto naturalmente dipenderà dalla campagna di vaccinazione e dal decorso della pandemia. Ma gli organizzatori debbono comunque attrezzarsi, nella speranza che come accaduto lo scorso anno, i cartelloni di luglio e agosto si possano realizzare in presenza, sia pure con tutte le cautele e la contingentazione del pubblico.

Si stanno preparando, dunque, i grandi Festival liguri, da quello di Nervi a quello di Cervo a quello di Borgio Verezzi.

Di quest’ultimo, giunto alla sua cinquantacinquesima edizione, è stato presentato un primo “assaggio” nel corso di una conferenza stampa online.

Il programma è firmato ancora una volta da Stefano Delfino, giornalista, una lunga militanza alla “Stampa”, “storico” direttore artistico del Festival di Borgio che anno dopo anno, si è conquistato un ruolo di primissimo piano nel panorama teatrale italiano, una preziosa vetrina di titoli offerti fra luglio e agosto quale anteprima nazionale delle successive stagioni invernali.

Il direttore artistico del Festival Stefano Delfino

La difficoltà di rifiutare proposte

“Quest’anno – ha spiegato Delfino – ho avuto molta difficoltà a rifiutare alcune proposte per stare nel numero degli spettacoli stabiliti. Siamo tutti coscienti che il mondo dello spettacolo è a terra. Molti attori vivono una realtà tremendamente difficile, diversi hanno cambiato o stanno per cambiare mestiere. So di un artista che si è messo a fare il rider e porta le pizze. In questo contesto accettare uno spettacolo può significare offrire una prospettiva che va al di là del fattore contingente, dà la speranza di un ritorno alla professione”.

I due spettacoli già fissati, si svolgeranno in luglio.

Il 15 e 16 luglio, dunque, andrà in scena “Slot” di Luca De Bei che ne cura anche la regia. Interpreti, con Marco Conte, Paola Quattrini e Paola Barale. Il tema dello spettacolo è la ludopatia, affrontata con leggerezza, ma nella piena consapevolezza che in realtà si tratta di una piaga sociale sempre più grave.

Il 23 e 24 luglio debutterà invece “Com’è ancora umano lei, caro Fantozzi” di e con Anna Mazzamauro accompagnata da Sasà Calabrese, chitarra e pianoforte.

“Sono due spettacoli contemporanei – spiega Delfino – e all’insegna della leggerezza, filo conduttore di un’edizione, che arriva dopo un lungo periodo di travaglio per tutti a causa della pandemia. “Slot!” affronta in modo brillante un tema impegnativo come la ludopatia, problema di molte famiglie, mentre Anna Mazzamauro, al suo ritorno al Festival dopo qualche anno di assenza, si calerà nel celebre personaggio della signorina Silvani, per rendere un tributo a Paolo Villaggio, protagonista di tanti film insieme a lei”.

L’attrice Anna Mazzamauro tornerà a vestire i panni della signorina Silvani

In ricordo di Villaggio

“Mi sono sempre chiesta legittimamente – ha scritto nella presentazione del testo Anna Mazzamauro – che nome avesse la signorina Silvani, alla quale Paolo Villaggio ha regalato eternità e che io, da tramite riconoscente e in debito, ho contribuito a mantenere. Ho provato un elenco di nomi tra i più vintage: Alma, Ada, Ludmilla, Cunegonda, Tecla, Moira…. Ma se provate a mettere dopo ognuno di loro il cognome della Silvani non vi apparirà quell’immagine, quel grottesco e paradossale rosso sesso, quell’impasto di donna e di solitudine. Allora, poiché quella signorina mi appartiene di diritto e poiché i personaggi non nascono casualmente ma raccontano, nascondendoli con l’ironia, i nostri segni, i nostri umori, le nostre inclinazioni, il nostro animo. Allora la signorina Silvani sono io! Adesso provate a chiamare la Signorina Silvani con il mio nome, Anna Silvani. E’ perfetto. Allora come Anna Silvani soltanto io posso con il mio nome e il suo cognome, raccontare Paolo, raccontando Ugo….”

 

Mantenere il Festival per reagire alla crisi

Nel suo intervento il sindaco Renato Dacquino ha sottolineato la necessità condivisa da tutta Borgio di realizzare il Festival: “La comunità è unita e vuole poter guardare al futuro con razionale fiducia. Il Festival vuole essere un segnale forte che vogliamo vivere”

“Anche quest’anno – ha aggiunto la vicesindaco Maddalena Pizzonia – nonostante le difficoltà e le incertezze che ancora permangono la volontà dell’Amministrazione è quella di creare un Festival Teatrale di qualità, in sicurezza e che possa aiutare i nostri spettatori a trascorrere qualche ora di svago in un periodo triste e difficile come è stato l’ultimo anno. Il Festival Teatrale di Verezzi è una certezza che da 55 anni porta i suoi affezionati spettatori in un luogo magico e fuori dal tempo, sensazione oggi più che mai necessaria per fuggire anche solo per poco tempo alla situazione in cui tutti ci troviamo”.

Paola Quattrini e Paola Barale, interpreti di Slot

Quattrini: che bello recitare davanti a un pubblico

“Borgio – ha concluso Paola Quattrini – è un punto di riferimento fondamentale per il teatro italiano. Tutti i miei spettacoli sono partiti da lì. Ed è bello che nonostante tutto si lavori per confermare anche la nuova edizione. Il teatro si può fare, certamente, anche in video, in streaming, ma quanto è più bello e più comunicativo farlo su un palcoscenico con il pubblico davanti!”.