Dialoghi sulla Psiche e sulla Musica

Ieri pomeriggio mi sono recata all’Ex ospedale Psichiatrico di Quarto. Non era la prima volta che vi entravo e, in quest’ultimo anno, vi ho spesso assistito ad iniziative musicali o culturali. Negli ultimi anni infatti il Coordinamento per Quarto ha organizzato numerosi eventi e giornate dedicate alla musica, al teatro, alle mostre d’arte e al dibattito, con lo scopo di riqualificare e far rinascere questo luogo così importante nella storia della nostra città, di costruire un nuovo senso intorno a quello che è stato per molto tempo un luogo di chiusura. Come ha detto ieri Amedeo Gagliardi, presente all’incontro come coordinatore di Quarto Pianeta, insieme a Pietro Borgonovo, direttore artistico della GOG, “per costruire nuove narrazioni, per riconquistare e trasformare questo posto l’incontro con l’arte e la musica è fondamentale.” Ed è per seguire questo scopo che è nata “Follia musicale, ovvero dell’incontro creativo tra irrazionalità, genio, ragione”, un’iniziativa articolata su tre giornate che vede il connubio tra un’associazione musicale e la rete di associazioni impegnate presso l’Ex Ospedale Psichiatrico. Tra queste mura impregnate di storie di persone affette da malattie psichiatriche ci si chiede quanto la follia, l’instabilità mentale, sia legata alla creatività, alla genialità e all’estro che genera l’atto compositivo (oggetto di dialogo dell’incontro dell’8 Ottobre) e quanto l’improvvisazione, la variazione e il virtuosismo, abbiamo all’origine la razionalità o nascano invece da una pura spinta emotiva e irrazionale (protagonista dell’incontro del 6 Ottobre è stato Enrico Pieranunzi, pianista jazz di fama internazionale, e protagonisti dell’incontro del 10 Ottobre saranno i Capricci di Niccolò Paganini nelle esecuzioni di Gabriele Pieranunzi, Vincenzo Bolognese e Fabrizio Falasca).

Il dialogo a cui ho assistito ieri tra i diversi relatori chiamati ad intervenire durante l’incontro è stato perfettamente cucito sullo scopo della conferenza. I diversi professionisti, magistralmente scelti, hanno portato ognuno un proprio contributo all’argomento della conferenza, la relazione follia- musica, e innumerevoli spunti di riflessione.

Lino Nobili, neurofisiologo e neuropsichiatra infantile, ha spiegato in maniera chiara e semplice cosa succede nel nostro cervello nel momento in cui proviamo un’emozione e come le patologie psichiatriche siano tutte caratterizzate da un disequilibrio tra la componente emotiva e quella razionale che non rende più capace la persona di affrontare il mondo in maniera adattiva. Sebbene la frequenza di problemi psichiatrici sia più alta tra i musicisti e i compositori rispetto alla popolazione generale, non più dell’8% dei pazienti affetti da disturbi dell’umore riesce ad essere creativo e ha uscire dagli stati di melanconia attraverso lo sfogo musicale.

Adriano Guarnieri ha poi parlato della sua esperienza di compositore e della relazione tra la sua condizione psicologica e la sua produzione artistica e di quanto il suo percorso di analisi sia stato di ispirazione per la sua produzione musicale. Medea, da lui composta, ha come protagonista la donna greca Medea ma scomposta nelle tre sfaccettature della sua psiche: le tre voci che la interpretano rappresentano le tre parti in cui il suo Io è frammentato. Per lui l’atto creativo non può essere totalmente razionale, come avviene nella scuola di Darmstadt. Il compositore deve trasporre nella sua opera sé stesso, senza pudori, in modo che il pubblico possa anche rispecchiarsi nel tipo di linguaggio che sta ascoltando e in modo che l’emozione possa passare dal compositore al direttore, dal direttore all’esecutore, dall’esecutore al pubblico e quindi di nuovo al compositore.

Franco La Spina, psichiatra e psicoterapeuta, ci guida nella comprensione della parte più profonda della psicopatologia. Essa allontana progressivamente le persone dalla realtà e in molti casi il paziente diventa incapace di esprimersi con le parole. Ma sono necessarie le parole per riflettere e per avvicinarci alla reale essenza del mondo? Essendo la psicopatologia un arretramento, una regressione, è possibile che la malattia psichiatrica ci possa riportare allo stato in cui si vive solo di sensazioni, cioè di suoni, di colori e di propriocezione? Il neonato non comunica attraverso il linguaggio e le parole eppure elabora, pensa e si avvicina al mondo in maniera probabilmente più significativa di quanto un adulto sia in grado di descrivere lo stesso mondo attraverso le parole; allo stesso modo i pazienti psicotici regrediscono e non riescono più ad usare il linguaggio che hanno imparato dai genitori e dalla società e rimangono muti. La musica, mobile nel tempo, e l’arte visiva, fissa e ferma, diventano quindi quei linguaggi che più si avvicinano al linguaggio primitivo del bambino e forse è per questo che la musica ci emoziona così tanto, è il linguaggio che più ci avvicina al senso della nostra esistenza, alla reale essenza della nostra condizione umana.

Elvira Bonfanti infine, studiosa di danza, approfondisce la relazione tra danza e follia partendo dal momento in cui il corpo torna ad essere centrale nella riflessione filosofica. L’evoluzione della Danza Moderna ha avvio infatti nell’Europa del primo ‘900, un’Europa in cui si stava riscoprendo la centralità del corpo e che crea una danza il cui elemento caratterizzante è l’improvvisazione. Essa nella danza è una creazione di sequenze di movimenti mentre ci stiamo muovendo. Una sequenza spontanea e naturale che diventa espressione del sé ma che non può prescindere dalla conoscenza della tecnica. Ed ecco necessario per la creazione artistica l’equilibrio tra emotività, espressione pura e irrazionale del sé, e razionalità, consapevolezza e pensiero. Equilibrio così precario nella malattia psichiatrica.

L’intero incontro ha accompagnato lo spettatore nella comprensione di quei meccanismi così complessi che si celano nella nostra psiche e ha valorizzato il luogo in cui tutti ci trovavamo immergendoci in una riflessione profonda sia su noi stessi sia sulla reale potenza della musica, sulla sua carica emotiva e sulla sua importanza nell’ambito della psicologia e della psicopatologia.