Tagli di luce, le visioni sonore di Guarnieri

Nato nel 1947, allievo di Manzoni, Adriano Guarnieri è uno dei grandi protagonisti della produzione contemporanea italiana.

Partito da posizioni strutturaliste,  si è successivamente orientato  verso una personale ricerca neoformale e di approfondimento del concetto timbrico di dissolvenza.

Di Guarnieri, ieri sera al Carlo Felice è stato presentato in prima assoluta il brano orchestrale “Tagli di luce (omaggio a Lucio Fontana”. A proporlo la GOG e il Carlo Felice insieme in un concerto offerto alla città, punto di partenza di una collaborazione artistica fra le due Istituzioni.

Sul podio dell’Orchestra del Teatro, dunque, è salito il direttore artistico della GOG, Pietro Borgonovo che di Guarnieri è estimatore e interprete fedele.

Un momento del concerto di ieri sera al Carlo Felice (Foto Patrizia Lanna)

 

“Il brano – ha scritto nella presentazione il compositore – propone le caratteristiche di un concerto grosso in quanto vi è un’alternanza della grande orchestra con un piccolo gruppo cameristico della stessa orchestra sinfonica. Vi sono improvvise accensioni delle quattro trombe che fuoriescono dal magma sonoro. Lampi improvvisi che si alternano a slanci lirici di pochi strumenti, penetranti e visionari sospesi… Questa alternanza diventa dialogica e speculare perchè basata su pochi intervalli fissi in tutto il brano. Sono pensati questi squarci come  tagli su una tela (da qui l’omaggio a Lucio Fontana e ai suoi tagli verticali su tela che hanno  anche un doloroso ed inquietante significato esistenziale)”.

Il riferimento al concerto grosso barocco in cui un piccolo gruppo strumentale (concertino) si contrapponeva all’intera orchestra è naturalmente da assumere in senso lato: in Guarnieri la contrapposizione non avviene tanto per interventi successivi, quanto per sovrapposizioni il che porta a una ricca e articolata esplorazione del timbro. La partitura si presenta come un nervoso magma sonoro attraversato da lancinanti interventi dei fiati, cadenzato da sonore affermazioni percussive, ma innervato anche da più cameristiche riflessioni liriche in un gioco di spazialità sonora di particolare e lucida costruzione architettonica.

Efficace la direzione di Borgonovo, ben assecondato dall’orchestra apparsa reattiva e compatta.

Applausi calorosi da parte di un pubblico numeroso agli interpreti e al compositore, presente in sala.