La GOG si congeda con una serata sacra all’insegna di Bach

E’ calato il sipario, ieri sera, al Carlo Felice sulla prima parte della stagione della Giovine Orchestra Genovese.

Per il congedo dal 2023 il direttore artistico Pietro Borgonovo ha scelto un programma interamente sacro all’insegna di Johann Sebastian Bach.

Protagonista Orchestra e Consort Maghini con la direzione di Luca Guglielmi.

La Sinfonia in re maggiore BWV 1045 ha fatto da Ouverture a quattro opere sacre: una in tedesco, (Herr Gott dich loben wir BWV 328) risalente ai primi anni del Settecento, le altre tre in latino accomunate dall’essere state composte nell’ultima fase della vita di Bach, quella del servizio come Kantor a Lipsia. Si tratta del Gloria BWV 191, del Sanctus BWV 232 e soprattutto del Magnificat in re maggiore BWV 243. Il Magnificat fu eseguito per la prima volta nel 1723, dapprima il 2 luglio in occasione della visitazione di Maria e poi il giorno di Natale nella Thomaskirche di Lipsia. Il testo della Scrittura (tratto da Luca) era inframmezzato a corali, canti natalizi, parte in latino e parte in tedesco. Intorno al 1730 Bach riprese la partitura, la rielaborò ed eliminò le aggiunte testuali. E’ una delle composizioni sacre più profonde e compatte dell’intera produzione bachiana, una delle poche in lingua latina, sorta di ponte che idealmente collega il cattolicesimo al protestantesimo a conferma della visione religiosa ed etica di Bach che qui come altrove sapeva andare al di là della stretta appartenenza ad un determinato culto.

La struttura del lavoro prevede parti corali e interventi solistici con arie e un duetto. La scrittura bachiana alterna sapientemente momenti di denso lirismo (pensiamo al bellissimo episodio sulla parole “Suscepit Israel”)  a costruzioni contrappuntistiche di spigliato andamento.

Orchestra e Consort Maghini sono due compagini giovani che lavorano con rigore e passione ed hanno al loro attivo risultati encomiabili sul piano della interpretazione filologica e della chiarezza esecutiva.

Sul podio Guglielmi ha saputo evidenziare le qualità dei due complessi, anche se qua e là, nelle sezioni più contrappuntisticamente mosse si è avvertita qualche sfasatura e qualche difficoltà nella scansione testuale.

Esito comunque lodevolissimo, accolto dal pubblico con calorosissimi applausi