Édith, la vita come un ring al Teatro Carlo Felice di Genova

Édith, ma sarebbe meglio dire “Édith e Cerdan” è la storia di un amore clandestino, almeno sulle prime, sempre affiatato, tra la celebre cantante Édith Piaf e il pugile franco algerino Marcel Cerdan.  Uno scampolo della vita non convenzionale di Édith ricompreso tra l’incontro della fine del 1947 (la prima uscita insieme all’inizio del 1948) e il 1949. Emergono così le bizze, il caratterino, l’irruenza, la caparbietà di  Édith a partire dalle umili origini (il padre era un contorsionista e la madre cantante di strada), ma anche il vizio dell’alcool e alcune recensioni non gradite prima dell’esplodere del successo.

Una vita da combattente tra impresari, critici, giornalisti, perbenisti, perché sì alla fine è proprio vero, “la vita è come un ring”. Lo è stata per il “passerotto” e il “bombardiere” come venivano chiamati dai fan.

Molto più dissonante, sulle prime, vedere un vero e proprio ring, tra l’altro sia all’inizio del primo atto sia all’apertura del secondo, in un’opera lirica. Eppure funziona a meraviglia e piace, facendo parte dei momenti topici dell’opera Édith su libretto di Guido Morra e musica di Maurizio Fabrizio col nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice in collaborazione con l’Accademia Ligustica di Belle Arti di Genova per la prima rappresentazione assoluta in occasione del 60esimo anniversario della morte di Édith Piaf. Angela Annese nel libretto cita un illustre precedente: “Partita a pugni” (1953), dramma di Vieri Tosatti ambientato nella suburra romana.

La prima scena- con il ring visto in una sorta di slow motion e un parallelo introspettivo- affascina per la novità e per l’impianto scenico oltre che per la struttura musicale e per le arie di Cerdan poichè il coro, per lo sciopero della Snater (che ha gli iscritti in maggioranza nella compagine corale), ha ridotto di molto le voci, rendendo l’effetto meno penetrante rispetto all’impianto originario e in questo senso meno efficace.

Funziona a pieni giri e seduce invece il secondo match, drammatico, che prosegue sino al 10° round, tra Marcel Cerdan e Jake La Motta. Qui Cerdan da campione resta solo uomo, affranto, senza il titolo mondiale e senza gloria, dimenticato da chi, fino ad un minuto prima, lo osannava. Un momento in cui il pathos è alle stelle, sottolineato dai generosi pannelli con i filmati originali di quello scontro epico. Le scene sono al tempo stesso essenziali e ricche di dettagli, di poesia, dai fiori lanciati sul palco uno ad uno con compostezza a ricordare il primo omaggio galeotto e la lunghezza della storia passo dopo passo, sino ai pannelli candidi e fluttuanti in cui si rifugia Édith nei momenti onirici o nei suoi slanci d’arte e d’amore o ancora il piano inclinato in cui abbandonarsi a guardare le stelle (che facilmente si trasforma in ring) o, all’ultimo, i ritratti dei protagonisti che incorniciano un tragico epilogo. E’ l’amore che sprofonda, che muore, come nelle storie più romantiche, diventando impossibile sul più bello mentre la vita e lo spettacolo “Must go on”, a sottolineare ancora una volta il carattere di acciaio di Édith.

Una storia vera resa con gli slanci lirici e la palette cromatica di Maurizio Fabrizio, ben interpretata dal maestro concertatore e direttore Donato Renzetti, superlativa l’orchestra. Un po’ debole il confronto tra Édith e la moglie di Marcel, Marinette, quando l’incubo e il senso di colpa prendono il sopravvento. Toccante invece e di ottima resa la notizia della morte di Marcel, morto in un incidente aereo per non rientrare in nave due settimane dopo, così come suggerito dalla stessa Édith. Era un volo dell’Air France, finito contro il monte Redondo sull’isola di São Miguel, nelle Azzorre. Nessuno degli 11 membri dello staff e dei 37 passeggeri sopravvisse. Da pelle d’oca la dedica della sera successiva davanti alla solita platea in delirio. Era la sera del 29 Ottobre 1949 ed Édith Piaf cantava a New York: non aveva voluto annullare il concerto, convinta che restasse solo la cantante, ora che aveva perso definitivamente l’amore.

Ottimo il cast a partire da Salome Jicia (Édith), di grande rispondenza al personaggio e caratteristiche tecniche, così come Francesco Pio Galeasso (Marcel).

L’opera andrà in scena anche martedì 19 dicembre alle ore 20 e giovedì 21 dicembre sempre alle ore 20 al Teatro Carlo Felice di Genova. Tutte le informazioni qui .

Le foto nell’articolo sono in courtesy stampa del Teatro Carlo Felice di Genova.