E’ nato un “sistema Paganini”?

Diciannove concerti, sette conferenze, un convegno internazionale, una masterclass di violino, due eventi per i più piccoli, due laboratori nell’ambito del Festival della Scienza, due visite guidate nei luoghi paganiniani. Questi i numeri del “Paganini Genova Festival 2021” organizzato per il quinto anno consecutivo dagli Amici di Paganini (in collaborazione con Regione, Comune, Carlo Felice, Conservatorio e Fondazione Hruby) che ha monopolizzato l’ottobre musicale genovese. Anche perché, nel suo interno, si è svolto il Premio Paganini (e la vittoria dell’italiano Giuseppe Gibboni ha reso questa edizione preziosa e indimenticabile)  e ha fatto da cornice pure alla inaugurazione di una statua dedicata al grande violinista e commissionata dalla Fondazione Pallavicino allo scultore Livio Scarpella.

Nancy Zhou ha inaugurato il Festival il 6 ottobre

Insomma, Paganini a tutto campo con alcuni momenti, nel corso del mese ormai trascorso, di tutto rispetto. Pensiamo allo straordinario recital di Nancy Zhou, virtuosa americana di forte temperamento (6 ottobre), ma anche alla magnifica lezione di stile di Kevin Zhou che con il Cannone ha fatto faville (27 ottobre). Senza dimenticare due artisti “di casa” quali Elena Belfiore applauditissima in un recital vocale (10 ottobre) e Sergio Ciomei strepitoso nel regalare una serata di improvvisazioni “alla maniera di” sul tema del Capriccio n.24 (21 ottobre). A tutti ciò si può aggiungere la presenza autorevole di Francesca Dego come anima della masterclass violinistica oppure la partecipazione di insigni studiosi italiani e stranieri al Convegno internazionale ospitato alla Biblioteca Berio.

Kevin Zhu il 27 ottobre ha suonato il Cannone

 

Momento finale del Festival, una tavola rotonda sul tema “Paganini domani” cui sono stati invitati esponenti di varie istituzioni politiche e culturali.

Francesca Dego ha tenuto una importante masterclass

 

Domanda di fondo, non banale: esiste un “sistema Paganini”?

Fino a un paio d’anni fa la risposta sarebbe stata no. Oggi forse qualcosa di concreto in questa direzione si può vedere. Quanto elencato sopra, in effetti, autorizza un cauto ottimismo. Il Festival, il Premio, le sale paganiniane di Tursi ristrutturate, la statua posta davanti al Carlo Felice, il “Centro Paganini per la ricerca e la didattica” attivo in via Garibaldi, creato lo scorso anno dagli Amici di Paganini con il Comune: tante tessere di un mosaico che sta componendosi dopo anni in cui di Paganini si parlava poco e male.

Certo di un ipotetico “sistema Paganini” il Festival costituisce il fulcro, l’elemento aggregante e come tale va consolidato con la collaborazione di tutte le istituzioni pubbliche e private disponibili, anche in termini di programmazione e di anticipo del calendario, per intercettare un turismo culturale nazionale e internazionale, in aumento sulla città. In questi anni il Festival è cresciuto in maniera considerevole, l’edizione appena conclusa è stata anche premiata dal Ministero con l’inserimento nel FUS; ma per fare un definitivo salto in avanti ha bisogno di certezze. Ad esempio, per quanto riguarda le sedi. Quest’anno quasi tutti i concerti si sono svolti all’Oratorio di San Filippo, luogo splendido architettonicamente, acusticamente e anche legato a Paganini sul piano storico; ma con una capienza eccessivamente limitata per alcuni degli appuntamenti in cartellone. Purtroppo nessun teatro era disponibile ad accogliere il Festival e la soluzione dell’Oratorio di San Filippo è stata per così dire obbligata. Una concertazione sul piano della programmazione culturale cittadina potrebbe dunque servire a garantire l’utilizzo di spazi idonei e la possibilità, ancora, di avviare per tempo una comunicazione efficace a livello nazionale ed internazionale.

Sergio Ciomei ha entusiasmato il pubblico con le sue improvvisazioni

 

Insomma il “sistema Paganini” può diventare una realtà importante per Genova; ma perché si concreti è necessario che le istituzioni interessate facciano davvero “rete” e lavorino in sinergia, ricordando che, come ha rilevato uno studio fatto dall’Università di Bologna a proposito del Festival Rossiniano di Pesaro, ogni euro investito ritorna sei volte….

Da segnalare, infine, che gli Amici di Paganini nello stesso 28 ottobre hanno incontrato gli organizzatori degli altri due Festival Paganiniani, di Parma e di Carro. Anche in questo caso, l’obbiettivo era studiare soluzioni sinergiche. Ed è emersa la piena volontà di dare vita ad azioni comuni. Una scelta che potrebbe avere riflessi importanti in un prossimo futuro.