Shine Pink Floyd Moon, l’opera rock da tutto esaurito al Festival di Nervi

Brilla con quell’alone di nostalgia che ha la luna in alcune sere d’estate Shine Pink Floyd Moon, opera rock di Micha van Hoecke,  nel Parco Nervi Music Ballet Festival all’evento di sabato 15 luglio, creando un ponte tra generazioni e tra generi musicali, tanto da rimettere in discussione la definizione di “musica colta” tra i puristi, con continue suggestioni. Ispirata dai brani di una delle band più influenti di sempre, Shine Pink Floyd Moon ripercorre le stagioni artistiche dei Pink Floyd e di Syd Barrett, arricchita dalla straordinaria interpretazione dall’étoile Raffaele Paganini sul palco insieme al corpo di ballo della Compagnia Daniele Cipriani. La musica live firmata Pink Floyd Legend, con la direzione musicale di Fabio Castaldi, non ha deluso le più alte aspettative, così come la coreografia e regia a partire dall’immagine iniziale e da quella finale in cui un bagliore nella mano, nel buio più totale, dà adito a molteplici interpretazioni.

Il viaggio è un cortocircuito di emozioni, in cui si trascende dalla pura e semplice biografia e dalla nascita del brano Shine on You Crazy Diamond, con il quale i Pink Floyd rendevano omaggio al loro compagno Syd Barrett, che si era perso nelle regioni sconosciute della ‘luna’ intesa come malattia mentale. La coreografia di Micha van Hoecke ha il principale merito di sottolineare il senso di straniamento, quella spirale di eterna nascita, morte e rinascita che accompagna l’esistenza e gli stessi capisaldi della musica.  Vuole essere dichiaratamente sfacciata, lo si intuisce dalla scelta ridondante di alcune parti, dal rincorrersi di luci laser, dai rumori amplificati presi a prestito dal mondo reale,  dal senso dei dettagli che sembrano continuare ad aggiungere all’infinito, persino in banali elementi retrò come i vinili. Intanto i due ledwall laterali danno le chiavi di lettura e i riferimenti storici e di genesi delle canzoni, oppure le accompagnano con figure ad alta suggestione. Scelta voluta e devo dire efficace per rendere noto il legame che accompagna i diversi brani ai momenti esistenziali più impervi. Del resto è un’opera complicata, già dalla sua genesi, in più si è rivelata una sorta di testamento spirituale del coreografo russo-belga. Se poi la guardiamo da un punto di vista più intimistico e poetico la luna nello spettacolo è una sorta di faro nei meandri della mente, la potenza che guida, non senza ambiguità, e anche quel passepartout che ci ricorda il vero senso della vita, così distante dal tutto subito. E’ un lavoro da assaporare, ma che trascina, che fa spettacolo, perché anche questo è un elemento di non poco conto. Si alternano finestre sul passato a trii, momenti corali, duetti con estrema varietà di toni e di registri. Fuori dal comune anche le tre vocalist.

Momenti topici dell’evento Welcome to the Machine (1975) in cui il corpo di ballo Compagnia  Daniele Cipriani si è superato per potenza espressiva e tecnica, Mother (1979), anticipato dal pianto dei bambini e dall’immagine di un neonato con la bandiera americana fino alla celeberrima Another Brick in the Wall (1979). Platea affollatissima e applausi continui hanno richiesto a gran voce non uno, ma due bis. Rara un’empatia così trascinante con il pubblico genovese, notoriamente riservato; sarà sicuramente uno dei grandi eventi da ricordare di questa stagione teatrale.

Prossimi appuntamenti al Festival di Nervi martedì 18 luglio Tao Dance Ballet (Cina) per il balletto, giovedì 20 luglio Tango! per la sezione concerti, venerdì 21 luglio David Garrett Trio, concerto, e domenica 23 luglio Banda Giovanile Sinfonica Nazionale Anbima, concerto. Tutti gli eventi cliccando qui. 

Biografie:

Micha Van Hoecke è stato danzatore, coreografo, attore e regista. Nato a Bruxelles, studia a Parigi con Olga Preobrajenskaya e nel 1960 entra a far parte della Compagnia di Roland Petit. In questo stesso periodo svolge un’intensa attività come attore di cinema. Entra quindi a far parte del Ballet du XXe siècle di Maurice Bejart di cui diventerà braccio destro. Nel 1979 lo stesso Bejart lo nomina direttore artistico della Scuola Mudra, il prestigioso centro di formazione per artisti a Bruxelles. Nel 1981 cura le coreografie del film Bolero di Claude Lelouch. Quello stesso anno, con i migliori elementi del Mudra, fonda l’Ensemble di Micha van Hoecke, uno dei più acclamati gruppi mondiali di danza contemporanea. Nel suo carnet non mancano le collaborazioni con interpreti, registi e direttori d’orchestra di fama mondiale. È soprattutto con Riccardo Muti che crea uno splendido sodalizio che ha dato vita a tanti capolavori. Ha creato coreografie per numerosi teatri e festival. Dal 1990 è particolarmente intensa la sua collaborazione con Ravenna Festival, dove debutta anche come regista d’opera con La Muette de Portici di Auber (1991). Molte sono anche le opere che crea per questo festival: Adieu à l’Italie (1992; premio della critica italiana per migliore coreografia moderna); la Memoire (con Luciana Savignano); Pelèrinage (con Chiara Muti e Alessio Boni); Pierrot Lunaire (con Alessandra Ferri e Massimiliano Guerra); Il paradosso svelato (con l’Accademia bizantina e l’ensemble di Naseer Shamma); Maria Callas, la voix des choses, spettacolo di rara intensità che Micha van Hoecke ed il suo Ensemble hanno portato in tournée in Italia, Stati Uniti, Russia e Cina, riscuotendo ovunque grande successi. Nel 1999 è nominato direttore del ballo e coreografo principale del Teatro Massimo di Palermo. Nel 2002, per I sette peccati capitali di Bertolt Brecht su musiche di Kurt Weill, riceve il premio Danza & Danza per la migliore coreografia. Nel 2002 chiamato a realizzare le coreografie di Ifigenia in Aulide, regia di Yanis Kokkos e direzione di Riccardo Muti, che inaugura la stagione d’opera del Teatro alla Scala di Milano. Anche nel 2003 inaugura la stagione scaligera con le coreografie per Moise et Pharaon, direttore Riccardo Muti e regia di Luca Ronconi. Crea le coreografie, realizzate dal suo Ensemble, per il Concerto di Capodanno 2005, trasmesso su Rai Uno in diretta televisiva dal Teatro la Fenice di Venezia. Nell’estate dello stesso anno crea, sempre per L’ensemble Au Cafè. Nel 2007 compone Le Voyage, creazione su musiche tzigane russe per Ravenna Festival che dedica al suo Ensemble. Dalla Stagione 2010 al 2014 è stato Direttore del Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma. Nel 2016 riceve il premio fedeltà per 27 anni di collaborazione con Ravenna Festival.

 

Raffaele Paganini inizia i suoi studi di danza alla Scuola di Ballo del Teatro dell’Opera di Roma, dove solo quattro anni dopo entra a far parte del Corpo di Ballo in qualità di solista prima, e dove è attualmente étoile. Diventa molto popolare in Italia anche grazie alle sue numerose apparizioni televisive in programmi di grande ascolto. Come étoile ospite balla con svariate compagnie, al fianco di grandi ballerine italiane e straniere. Durante la sua carriera è stato inoltra protagonista di svariati musical. Il 2004 lo vede protagonista della nuova produzione del Balletto di Roma Giulietta e Romeo, con musiche originali di Prokof’ev e coreografie di Monteverde. Il tour teatrale fa registrare l’invidiabile record del tutto esaurito nelle 190 repliche in 104 dei maggiori teatri italiani. Nel 2006 Raffaele Paganini fonda la Compagnia Nazionale di Raffaele Paganini e presenta per la prima volta una sua produzione: Da Tango a Sirtaki – omaggio a Zorba – con musiche di Astor Piazzola e coreografie di Luigi Martelletta. Tra i numerosi riconoscimenti e premi ricordiamo: Premio Bordighera, Premio Postano, Gonfalone d’Oro, Ulivo d’Argento, Premio Giovannini, Premio Cecchetti, Premio Platea d’Estate, Premio Gino Tani.