Pugni, il compositore genovese amato dai coreografi

Era il 9 marzo 1844 quando al Her Majesty’s Theatre di Londra debuttò il balletto Esmeralda (protagonista la grande Carlotta Grisi), ispirata al celebre dramma Notre Dame de Paris che Victor Hugo aveva scritto nel 1831.

Il balletto costituisce il titolo conclusivo del Nervi Music Ballet Festival e andrà in scena lunedì sera ai Parchi nella produzione del Balletto di Karkhiv che dallo scoppio della guerra in Ucraina è in residence a Praga. La coreografia porta la firma di Yevhenya Kashyanova.

Autore della partitura originale è Cesare Pugni oggi considerato certamente un “minore” nel panorama creativo dell’epoca, ma ai suoi tempi particolarmente cercato dai coreografi per la sua abilità nel confezionare partiture per balletti: suo, ad esempio, è il celebre Pas de quatre danzato nell’Ottocento dalla Taglioni, dalla Grisi, dalla Graham e dalla Cerrito e nel 1957 ripreso ai Parchi di Nervi da tre grandi star del mo­mento (Yvet­te Chauvirè, Alicia Markova e Margrete Schanne) e da una gio­vane italiana, in pratica al suo debutto su una ribalta in­ternazionale, Carla Fracci.

Pugni era genovese. Nacque nella nostra città nel maggio del 1802. Figlio di un gioielliere, seguì la famiglia nel suo trasferimento da Genova a Milano quando era ancora molto giovane. A soli 13 anni l’accesso al Conservatorio di Milano: lì fra i suoi insegnanti c’era pure Alessandro Rolla, violinista e violista di grande fama, primo violino alla Scala e, sia pure per breve tempo, maestro di Paganini.

Il destino di Pugni si incrociò del resto con quello di Paganini quando i due si trovarono a Parigi.

La carriera di Pugni si è snodata attraverso varie città. A Milano iniziò a farsi conoscere come compositore d’opere e di balletti tanto da divenire direttore musicale della Scala.

Purtroppo però la passione per l’alcol e il gioco lo spinse su una strada pericolosa: accusato di appropriazione indebita, nel 1834 Pugni fu costretto a lasciare precipitosamente Milano e a riparare con la famiglia nella capitale francese.

Lì godette per breve tempo della protezione di Bellini con il quale però i rapporti si fecero tesi sembra per una scorrettezza dello stesso Pugni nei confronti del più celebre collega.

Trasferitosi a Napoli nel 1836 per comporre un balletto nel 1837 rientrò a Parigi e lì frequentò appunto Paganini in quella che si rivelò la più drammatica disavventura del grande artista genovese, l’inaugurazione del “Casinò Paganini”.

Ne dava notizia il 27 settembre “La Gazzetta di Genova”: “Un foglio di Parigi c’informa che il nostro Paganini ha consentito di esser capo d’orchestra nelle serate musicali di un nuovo Casino. Da più mesi un gran numero di operai lavora indefessamente alle costruzioni e all’abbellimento del locale, che sarà una specie di palazzo incantato. La spesa non sarà minore di 300.000 franchi: ivi saranno sala di ballo, sala di biliardo e quanto può desiderarsi da una colta ed elegante società per ogni genere di onesto passatempo. Il prezzo de’ biglietti d’ingresso sarà di franchi 10”.

Il Casino Paganini si trovava nella Chaussée d’Antin. Paganini fu convinto a partecipare come azionista e versò una quota di 30.000 franchi ai quali ne aggiunse altri 30.000 per esaudire la richiesta dell’amico Lazzaro Rebizzo di essere inserito fra gli azionisti.

L’inaugurazione slittò di qualche giorno perché il 1° novembre arrivava a Parigi Johann Strauss senior, in tournée con la sua orchestra viennese. Era rischioso mettersi in concorrenza con Strauss, anche perché il Casino non poteva contrapporre lo stesso Paganini, indisposto. L’apertura slittò, dunque, al 25 novembre e l’orchestra venne affidata proprio a Cesare Pugni. Il programma del concerto inaugurale comprendeva pagine di Weber, dello stesso Pugni e l’Ouverture dal Fidelio di Beethoven. Purtroppo la cattiva salute di Paganini compromise l’attività del Casino che puntava sulla presenza dell’artista per assicurarsi pubblico. Pugni fu costretto a coinvolgere il coro dell’Opéra il che violava le leggi vigenti. In pratica nel giro di poco tempo, fra denunce, sequestri e illegalità, la società che gestiva il Casino fallì e Paganini subì un tracollo morale e fisico: “La società del Casino, composta di ladri assassini sta per fare bancarotta” scrisse il violinista all’amico genovese Luigi Guglielmo Germi l’8 marzo 1838.

I rapporti fra Paganini e Pugni furono comunque cordiali tanto che il 3 dicembre 1837 il primo scrisse al secondo: “Essendomi munito di un biglietto per Lei nel caso che Ella volesse udire la Prova Generale del Requiem del MoBerlioz che avrà luogo domani alle ore undici precise nel Reale Albergo degl’Invalidi Potrà favorire quì dopo le ore dieci, per, unitamente a mio figlio, portarsi là per procurarsi due buoni posti”.

Dopo di allora le strade dei due artisti genovesi si divisero. Pugni nel 1843 accettò l’incarico di compositore di musica per balletto a Londra dove collaborò con illustri coreografi fra i quali Jules Perrot che quando fu nominato maitre de ballet a San Pietroburgo lo volle con sé in Russia. Lì Pugni lavorò anche con Petipa e Saint-Léon. Nel 1861 Anton Rubinstein lo nominò docente di composizione nel neonato Conservatorio di San Pietroburgo, il primo istituito nella grande Russia. Purtroppo i problemi caratteriali e comportamentali di Pugni già emersi a Milano e a Parigi, resero l’artista inaffidabile agli occhi dei suoi principali collaboratori e la sua fama inevitabilmente declinò. Morì in totale povertà nel 1870.