Un Quartetto genovese a lezione dal Quartetto di Cremona

La storia inizia nel 2012. Al Conservatorio “Niccolò Paganini”, Vittorio Marchese, docente di violino, rifonda l’Orchestra dei piccoli che diversi anni prima aveva creato e diretto Nevio Zanardi. Una esperienza estremamente formativa perché abitua i giovanissimi a suonare con gli altri, a stare a leggio a coppie, a misurarsi, insomma, sin dai primi passi, con il lavoro orchestrale.

In quel gruppo entrano dunque due giovanissime violiniste della classe dello stesso Marchese (Yesenia Vicentini e Teresa Valenza) e una altrettanto giovanissima violoncellista, Carola Puppo allieva di Giovanni Lippi. In quel gruppo gradualmente si sono inseriti negli anni altri strumentisti in erba, fra questi Filippo Taccogna, altro valente violinista della classe di Marchese. Normalmente una orchestra di Conservatorio si modifica di anno in anno perché i più grandi lasciano e vengono sostituiti dai più piccoli. Quell’orchestra, però, è rimasta nel tempo, i giovanissimi sono diventati giovani ma non ne sono usciti e oggi il complesso, formato essenzialmente da diplomati, è una bella realtà nel panorama musicale non solo genovese.

Due anni fa, i quattro strumentisti appena citati, hanno dato vita a un Quartetto che in realtà era già nato con componenti diversi nel 2017 su impulso del docente Carlo Costalbano. E nello scorso mese questo giovane quartetto è stato ammesso ai corsi di perfezionamento della Stauffer dove a insegnare ci sono i componenti del Quartetto di Cremona: quattro genovesi provenienti dal “Paganini” (Cristiano Gualco e Paolo Andreoli, violini, Simone Gramaglia, viola e Giovanni Scaglione, violoncello) insegneranno dunque ad altri quattro genovesi provenienti dallo stesso istituto musicale.

-Ma come è nato il nome di “Quartetto Nannerl”?

“Uno dei primi Quartetti che abbiamo eseguito era il K 465 “Delle dissonanze” di Mozart – spiega Carola Puppo – ci è venuta allora l’idea di intitolarci alla sorella di Amadeus, Nannerl, appunto.

-Da dove è nata l’idea di creare un Quartetto, una formazione splendida che tuttavia richiede un grande lavoro di affiatamento e un grande lavoro?

“Personalmente – dice Yesenia Vicentini – sin da quando eravamo piccole volevamo fare duo con Carola. Poi abbiamo provato ad allargare la formazione arrivando al quartetto…

Il Quartetto Nannerl

 

“Due anni fa – continua Filippo Taccogna – Teresa dopo esserci diplomata in violino ha iniziato a sperimentare la viola e a questo punto sono entrato io. E abbiamo deciso di provarci seriamente, puntando sul fatto che veniamo dalla stessa scuola, abbiamo gli stessi ritmi, gli stessi obbiettivi, ci conosciamo veramente da sempre”.

“In realtà – aggiunge Teresa Valenza che è stata ammessa alla Stauffer anche ai corsi di perfezionamento di viola – è stato fondamentale il nostro maestro, Marchese perché se abbiamo una determinata mentalità e un affiatamento così forte lo dobbiamo a tutto quello che abbiamo fatto con lui in tanti anni”.

-In un quartetto spesso c’è un capo. Tra voi chi decide?
“Siamo democratici – dice Yesenia – decidiamo tutto insieme e ci dividiamo equamente i compiti. Certo ci sono discussioni, è normale, quattro teste non la pensano sempre nello stesso modo. Ma c’è una grande amicizia e una stima reciproca che ci sostiene continuamente”.

-Come è stato l’impatto con la Stauffer?

“Meraviglioso – dice Carola Puppo – Facciamo una lezione al mese,  un’ora e mezza con ognuno dei componenti del Quartetto di Cremona. Siamo stati accolti benissimo, tanto che addirittura nei giorni precedenti la nostra prima lezione abbiamo tenuto un concerto a Cremona e siamo stati presentati già come allievi della Scuola”.

-Programmi futuri?

“Stiamo lavorando sulla scelta dei brani da mettere in cantiere – risponde Teresa Valenza – Ci aspettano subito Haydn (Quartetto op. 77 n.1) e Brahms (Quartetto op. 51 n. 2). Ci hanno consigliato di aggiungere un autore del Novecento per cui sceglieremo tra Bartok e Prokof’ev. E poi abbiamo sempre i due brani che ci hanno portato fortuna fino a qui: l’op. 18 n.4 di Beethoven e il n. 8 di Sostakovic.”

“Quel che dovremo decidere  in un prossimo futuro – conclude Yesenia Vicentini – sarà la strada da intraprendere fra Concorsi eventuali e concerti. Il percorso sarà lungo, ma l’entusiasmo non ci manca”.