“E’ stata una bellissima esperienza, anche se il brano era molto complesso sia sul piano tecnico che sotto il profilo interpretativo. Ma lavorare con Raffaele Cecconi, Pietro Borgonovo e l’Orchestra di Sanremo è stato davvero un piacere”. Parole di Claudia Vento, la ventunenne pianista genovese che il 1° marzo scorso al Ducale è stata fra i protagonisti del concerto organizzato dalla GOG con Pietro Borgonovo sul podio della Sinfonica di Sanremo. Accanto alla Settima di Beethoven il pubblico ha potuto ascoltare Schindler’s List per pianoforte e orchestra di Raffaele Cecconi. La partitura del compositore genovese prende le mosse dal tema del celebre film di qualche anno fa e lo rilegge in un’ottica del tutto nuova in un dialogo serrato fra il pianoforte (chiamato a risolvere una scrittura decisamente ostica) e il pianoforte in un clima musicale più temperato rispetto a composizioni precedenti di Cecconi.
Una esecuzione portata in fondo con sicurezza e buone soluzioni tanto da Borgonovo sul podio della Sinfonica di Sanremo quanto dalla giovane talentuosa pianista.
-Come è diventata pianista?
“Avevo 5 anni, mia mamma studiava il pianoforte a casa. La sera finito il lavoro si metteva alla tastiera e io non volevo andare a dormire, mi piaceva ascoltarla. Mia mamma si è accorta che ripetevo cantando quello che lei suonava, mostrando un orecchio assoluto. E così ha deciso di provare a farmi studiare, prima con Fabio Macelloni, poi con Elisa Tomellini che mi ha presentato al suo maestro Vincenzo Balzani. Attualmente studio al Conservatorio di Palermo con Vincenzo Marrone d’Alberti: ho ottenuto lo scorso anno il diploma di primo livello con 110 e menzione d’onore e ora sono iscritta al biennio superiore. E’ un po’ faticoso dividersi fra Genova, Palermo con tappe anche a Pavia e Milano. Ogni tanto sono stanca, ma felice”.
-Quali sacrifici impone un lavoro del genere a una ragazza di 21 anni?
“Debbo forzatamente trascurare gli amici e la famiglia. Debbo studiare anche quando sono stanca. Ma lo faccio da quando avevo 5 anni e mezzo. Ed è comunque la vita che desideravo e desidero fare”.
-Ha hobby?
“Ho studiato per dieci anni danza classica. Essere ballerina sarebbe stata l’alternativa a fare la pianista. Ma quando ho dovuto scegliere ho optato per la tastiera, anche se non è stato facile abbandonare le scarpette. Andavo anche a cavallo, ho vinto pure delle gare. E anche in questo caso ho dovuto mettere da parte l’ippica. Allo stato attuale il tempo libero lo trascorro in palestra. Stare tante ore seduta al pianoforte richiede un allenamento fisico e gli esercizi mi aiutano a scaricare la fatica non solo dei muscoli, ma anche della mente”.
-Il repertorio preferito?
“Quello romantico, Chopin, Rachmaninov e soprattutto Liszt che sento particolarmente vicino al mio temperamento”.