“Wanted Posse” è un gruppo di artisti creato nei primi anni ’90 da Ahmada Bahassane, il quale ha forgiato rapidamente un proprio stile in un mix di gestualità ed influenze musicali particolari, che lo hanno distinto nel mondo del newstyle hip hop, dell’house dance e del break.
Riconosciuti ed apprezzati in spettacoli e battaglie underground, i Wanted Posse si sono evoluti nel tempo ed hanno acquisito progressivamente maturità artistica, confrontandosi con il mondo della creazione coreografica.
Il 2001 è stato l’anno della consacrazione: la Wanted Posse è campione del mondo alla “Battle of The Year” in Germania e il gruppo diventa vettore di nuovi orizzonti per i suoi artisti, che cominciano ad esprimersi sia in creazioni di coreografi riconosciuti, sia negli show di cantanti internazionali (da Madonna a Robbie Williams).
Naturalmente nel tempo il gruppo si è trasformato. Oggi lo compongono cinque danzatori (Martin Thai, Marcel Ndjeng, Mamé Diarra, Arthur Grandjean, Victor Balatier) e una danzatrice (Lydia Elattar), che sono autentici acrobati, virtuosi della break-dance e dotati di un notevole senso dello humour.
Ne hanno dato una straordinaria dimostrazione ieri sera, alla Tosse. Ospiti della rassegna di danza “Resistere e creare” hanno regalato a un foltissimo pubblico una novantina di minuti di grande divertimento, proponendo, in prima nazionale, Dance n’ Speak easy.
Il loro spettacolo è un viaggio nella danza più sfrenata, ai limiti delle possibilità umane: una galleria di ritratti e tipi umani ispirati ad epoche diverse, intensi e divertenti, immersi in atmosfere noir e decadenti, che danno vita ad un’esplosione di suoni e ritmi perfettamente arrangiati, dal jazz di Miles Davis al soul-funk di James Brown.
In un ipotetico locale all’epoca del proibizionismo, fra una bevuta e una lite, i sei protagonisti passano dalla break-dance al charleston, dalla hip-hop alla house-dance in un estenuante tour de force. Passi corali si alternano a irresistibili performance individuali, fra salti doppi, verticali su una mano (con cadute, per noi affetti da artrosi, inimmaginabili) sull’avambraccio e conseguente rimbalzo in alto, vorticose giravolte a terra, piroette e altro ancora, il tutto risolto con una disarmante tranquillità. La danzatrice si presenta in abito da sera con vistoso spacco per impersonare la tipica, sensuale cantante da night per poi trasformarsi, indossati più agevoli abiti “sportivi” in una ballerina altrettanto sfrenata dei compagni. Le coreografie di Njagui Hagbe sfruttano appieno le capacità atletiche dei singoli caratterizzandone anche le diverse personalità. Il pubblico, foltissimo, si è davvero divertito.