Sofferto debutto ai Parchi di Nervi per i danzatori dell’Opéra di Parigi: sventato poche ore prima l’annullamento della serata (è rientrato in extremis lo sciopero selvaggio di una sigla sindacale), “Signature pieces” è andato in scena con qualche variazione. Nel pomeriggio di ieri era stata diffusa una nota stampa in cui si avvertiva che l’annunciato “In the night” di Jerome Robbins, balletto costruito per tre coppie di danzatori, sarebbe stato sostituito da “Il cigno”, più noto come “La morte del cigno”, coreografia di Fokine su musica di Saint – Saëns tratta dal “Carnevale degli animali”. Il celebre brano creato per la Pavlova ai tempi dei Ballets Russes è stato interpretato in questa occasione dall’applaudita étoile Dorothée Gilbert.
I motivi del cambiamento sono da ricercare nelle difficili condizioni climatiche, l’umidità della notte rende particolarmente insidioso il palco e probabilmente i danzatori non hanno voluto mettere a rischio la loro incolumità. La variazione di programma ha visto anche accorciato l’estratto del terzo atto di “Raymonda”, coreografia di Rudolf Nureyev dell’epoca in cui fu direttore artistico dell’Opéra di Parigi (1983): è andato in scena solamente il brano d’insieme senza le variazioni del pas de deux. I tagli e la sostituzione hanno influito sulla durata dello spettacolo, un’ora scarsa compresi gli energici interventi di asciugatura del palco da parte del personale del teatro tra un brano e l’altro.

Ostacoli a parte, nel complesso la serata ha dato modo di apprezzare solisti ed étoiles della compagnia di balletto tra le più prestigiose al mondo. Il “Grand Pas Classique” di Victor Gsovsky su musica di Auber, passo a due omaggio alla tecnica accademica più pura concepito come un concentrato di eleganza e difficoltà, ha messo in luce il dominio tecnico e la presenza scenica di Bleuenn Battistoni e Francesco Mura. Poetico e sensuale il passo a due estratto da “Le Parc”, coreografia del 1994 di Angelin Preljocaj su musica di Mozart, che ha concluso la serata. Gli interpreti Ludmila Pagliero e Mathieu Ganio (figlio di due celebri danzatori anch’essi étoiles, Dominique Kalfouni e Denys Ganio) hanno brillato in questo “classico” contemporaneo ambientato in un giardino francese settecentesco. Suggestiva e densa di meraviglia la scena del bacio “in volo” che conclude il frammento coreografico con poetica leggerezza.
L’esecuzione più intensa è stata “Le Jeune Homme et la Mort”, coreografia di Roland Petit su musica di Bach, creata nel 1946 su libretto di Jean Cocteau per quella che fu la sua prima compagnia, “Les ballets des Champs Elyssée”. E’ la storia inquietante di un giovane pittore il cui destino – che ha le sembianze di una donna in abito giallo e guanti neri – si prende gioco di lui fino a spingerlo al suicidio. Prova di grande interpretazione e di contrasti drammatici tra il “giovane uomo”, l’étoile Hugo Marchand, intenso e potente, e l’algido controllo manipolatore di Roxane Stojanov (la morte).

Nei giorni scorsi si è svolto un incontro del “Fuori Festival” con i due protagonisti e Luigi Bonino, danzatore e per lungo tempo collaboratore di Roland Petit, a cui spetta oggi il compito di tramandare l’arte di Petit alle nuove generazioni. In tale occasione Marchand ha raccontato che interpretare questo ruolo è per lui particolarmente significativo, poiché fu il primo che fece alla riapertura del teatro post pandemia Covid nel 2020. Bonino ha avuto modo si svelare alcuni passaggi della genesi del balletto: Petit durante la fase di creazione con i danzatori Jean Babilèe e Nathalie Filippart utilizzò della musica jazz, contrappunto ideale per movimenti che sono spesso ritmati e sincopati. Solamente durante la prova generale decise il drastico cambiamento, sostituendo la musica con la “Passacaglia e tema fugato in do minore” di Bach, sostenendo che Bach dava il tempo esatto del balletto. Roland Petit riuscì cosi a realizzare il “sincronismo accidentale”, tipico del cinema, per la prima volta in danza: la musica aggiunge un valore espressivo o emotivo al rappresentato, supportando le azioni o le emozioni ma anche contraddicendole.
Per restare in linea con il procedimento di Petit, quando Bonino rimonta il brano con i danzatori di oggi trascorre i primi tempi dell’apprendimento della coreografia senza musica, solo quando le sequenze coreografiche e il ritmo sono acquisiti dagli interpreti si aggiunge la musica. I due danzatori sono dei “veterani” del Festival di Nervi: Marchand danzò infatti “Love” di Giuliano Peparini in coppia con Eleonora Abbagnato nel 2020 e Stojanov fu protagonista nel 2023 del gala “Stars of today meet the stars of tomorrow” dello YAGP.
Questa sera alle ore 21,15 seconda replica dello spettacolo con lo stesso programma.
Mercoledì alle ore 20 il Nervi International Ballet Festival continua al Carlo Felice con il Balletto Kiel (Germania) che interpreta “Following a Bird” di Yaroslav Ivanenko, ispirato al musicista italiano Ezio Bosso, e “Walking Mad“ di Johan Inger su musiche Maurice Ravel e Arvo Pärt.