La protesta dei cantanti lirici

Intere stagioni liriche cancellate, contratti in fumo, una pesante incertezza sul futuro. Non solo non si sa se sarà possibile realizzare qualche spettacolo in estate: anche i cartelloni autunnali, ammesso che scatti il semaforo verde, sono destinati a sensibili ridimensionamenti.

La pandemia da coronavirus ha avuto effetti deleteri anche sul mondo della lirica e in particolare sugli artisti liberi professionisti, cantanti, registi, scenografi, ma anche lavoratori dell’indotto, come il personale tecnico, le sartorie, i laboratori di scenografia ecc. 

“Sugli scatoloni di alcune partite di mascherine inviate dalla Cina campeggiava un’etichetta con un frammento da “Nessun dorma” della Turandot di Puccini. Nel mondo, più che per la pizza siamo conosciuti per l’opera lirica. E’ questo l’unico settore in cui si parla italiano a livello internazionale. Ma qui nessuno sembra ricordarlo”. A denunciarlo è la cantante Rosanna Savoia, presidente di “Assolirica” un’associazione che riunisce circa trecentocinquanta cantanti lirici italiani.

“Prima del Covid avevamo circa un centinaio di iscritti. Il balzo in avanti dei nostri associati la dice lunga sulla crisi che stiamo vivendo”.

Dal Ministero si è avuta conferma del pagamento regolare del FUS che tranquillizza, almeno in parte, i Teatri e i dipendenti. Ma per i liberi professionisti il discorso è diverso. 

Il problema nasce dalla tipologia di contratti che regolano dal 1932 i rapporti fra i teatri lirici e gli artisti solisti: “Il cantante solista – spiega Rosanna Savoia – è considerato un lavoratore autonomo fuori dal teatro, ma quando è chiamato per una produzione diventa subordinato in quanto deve giustamente sottostare alle regole di quel teatro in termini di prove, di orari. In più il Teatro paga l’ENPALS in base anche alle giornate di prove, ma avvia i pagamenti solo dopo la prima recita. E se lo spettacolo salta, magari dopo venti giorni di lavoro, ai cantanti non spetta alcun cachet in quanto il contratto prevede un pagamento per le recite e non contempla il periodo di prove”.

Nel campo della prosa la situazione è diversa in quanto gli attori percepiscono una diaria giornaliera. 

“Aggiungiamo che il Decreto Cura Italia varato a marzo all’art. 38 prevede parametri di accesso per ottenere il bonus che di fatto ci escludono.  E’ evidente che chi ha redatto quel provvedimento ignora il nostro settore.” 

Nei disegni dell’Assolirica c’era la richiesta al Ministero di inserire nel nuovo contratto che è in cantiere fra le Fondazioni liriche e i lavoratori un paragrafo relativo ai cantanti solisti: la proposta di prevedere il pagamento delle prove, il diritto alla malattia, la diminuzione delle giornate previste dall’Enpals all’anno. Il pagamento delle prove non comporterebbe alcun aggravio per i Teatri: si tratterebbe di mantenere le stesse cifre ma di indicare semplicemente una quota parte da pagarsi per la fase preparatoria e un’altra quota da corrispondere per le recite sostenute. 

“Purtroppo – spiega la presidente – è tutto fermo per la pandemia per cui questo discorso si potrà riprendere solo nel futuro. Oggi però ci sono anche problemi pregressi che la pandemia ha acuito. In Italia sono diversi i Teatri che pagano con mesi, anni di ritardo. La nostra azione è mirata a salvaguardare soprattutto gli artisti più deboli”. 

Quelli più celebrati, naturalmente, possono contare su un trattamento di favore da parte dei Teatri che assicurano loro pagamenti puntuali per garantirsi una continuità di collaborazione. Quanto al futuro,  si cercano soluzioni, certamente non facili da individuare. Se al limite può essere “semplice” il distanziamento del pubblico (perdendo, però, una bella fetta di spettatori a recita), come si fa a collocare (tanto nelle prove quanto negli spettacoli) i professori d’orchestra all’interno della buca? E come si fa a immaginare i cantanti a distanza di sicurezza l’uno dagli altri? Come farà Rodolfo a scaldare la gelida manina di Mimì, standole ad almeno due metri? E Don Giovanni dovrà usare una lancia e non uno spadino per infilzare il povero Commendatore…