100 volte Gianni Rodari: la musica delle filastrocche è sempre attuale

A cento anni dalla nascita e a quaranta dalla scomparsa di Gianni Rodari (Omegna, 23 ottobre 1920 – Roma, 14 aprile 1980) il sito www.100giannirodari.com si popola di sorprese: ogni tre giorni si rinnova nella vetrina con un contenuto rodariano, da una miniera di immagini ai giochi alle storie alle notizie che via via delineano il grande portale celebrativo completo entro il 23 ottobre di quest’anno.

Rodari appassiona ed è una pietra miliare dell’educational ieri come oggi. Tante le rievocazioni, anche se rimodulate dalle prescrizioni anticoronavirus. Ad esempio le Biblioteche di Roma hanno raccolto e diffuso svariati contributi sui social, sul canale YouTube di Mediateca Roma e sul portale Bibliotu, Genova e dintorni lo celebra con il Premio Andersen di Sestri Levante che gli dedica la sezione delle graphic novel e coi Servizi Educativi della Fondazione per la Cultura di Palazzo Ducale tramite la campagna “Ti racconto una favola al telefono” dove i bambini delle primarie possono registrare le loro voci narranti per metterle a disposizione di un pubblico di tutte le età all’interno di una cabina telefonica immaginaria. Tra gli eventi a ridosso e social si segnala l’iniziativa a Sanremo del Club per l’Unesco della città che realizza una diretta il 29 maggio alle 18 (sulla Pagina Facebook del Club per l’Unesco di Sanremo) dal titolo “Una filastrocca per celebrare i 100 anni di Rodari” con introduzione del presidente Ciro Esse e presentazione dell’operatrice culturale Ersilia Ferrante su commenti o reading a più voci.

Intanto la sua città natale Omegna lo ricorda dal 2001 col Parco della Fantasia tra ludoteca, spazi naturalistici, i Giardini della torta in cielo e l’esposizione permanente presso il Forum della città. Sono poi riaperti ufficialmente il 4 maggio i cantieri per la realizzazione del Museo Rodari di via Carrobbio a Omegna che dovrebbero concludersi il 10 ottobre per dare il via all’allestimento della parte espositiva dedicata allo scrittore, come ha dichiarato anche l’assessore alla cultura Sara Rubinelli. La stessa amministratrice ha accolto l’idea di Alberto Poletti del Parco della Fantasia di invitare aspiranti scrittori a mandare testi selezionati, racconti, fiabe e filastrocche sul tema “Cosa farò quando uscirò di casa”? che verrà pubblicata su La Stampa. Del resto Rodari è sempre stato unito ad Omegna da un vero e proprio cordone ombelicale che non recise mai, come testimonia anche l’ambientazione dal lago della novella “C’era una volta il Barone Lamberto ovvero I Misteri dell’isola di San Giulio”.

Tante e mai troppe le celebrazioni dello scrittore, ma anche insegnante (centinaia le scuole a lui intitolate e il Centro studi di Orvieto) e giornalista per “L’Unità”, il “Pioniere” e “Paese Sera”. L’immortale“Metodo Rodari” che smonta e rimonta le frasi e i verbi, si applica bene alla logica e alla musica, se non è tratto proprio da qui all’origine, più o meno consapevolmente. Basti pensare alla notissima filastrocca musicata da Sergio Endrigo “Ci vuole un fiore”. I suoi versi musicati diventano ballate, a volte in altri brani arrivano a punte rock, ma la rivoluzione ha sempre il sapore di casa, di grande classico.

Per essere precisi correva l’anno 1974 quando Sergio Endrigo contattò Rodari per i testi del nuovo album, un disco di canzoni per bambini come “L’Arca” del 1972 della Fonit Cetra con gli arrangiamenti di fino di Luis Bacalov. Il successo dell’iniziativa è nota, come ha più volte dichiarato Endrigo “Ci vuole un fiore è più conosciuta dell’inno di Mameli. Quasi tutti se la ricordano. Il merito vero e proprio è tutto di Gianni Rodari”. Il testo descrive infatti il ciclo di vita di qualsiasi cosa promani dalla madre Terra o dalla natura, ma in generale tutti i titoli sono arcinoti: Un signore di Scandicci, Napoleone, Zucca pelata, Mi ha fatto la mia mamma, Ho visto un prato, Le parole, Il bambino di gesso e Non piangere. La musica comunque è connaturata in tutte le opere di Rodari, anche senza spartito.

Tra i libri che si (ri)trovano negli scaffali in bella vista in questo periodo “A sbagliare le storie” di Gianni Rodari con illustrazioni di Beatrice Alemagna per Emme Edizioni, “Fiabe lunghe un sorriso” di Einaudi Ragazzi, “Pianoforte Bill” con illustrazioni di Manuele Fior di Emme Edizioni. Piano Bill qui è un cowboy solitario, che va a cavallo portando sempre con sé il suo pianoforte. E poi ci sono uno sceriffo malvagio e un mistero da risolvere, ma a Piano Bill interessa soprattutto far risuonare la musica di Bach, Mozart e Beethoven tra i monti. Un racconto in cui Rodari ha unito gli stereotipi del Western con la sua grande passione per la musica, toccando vertici assoluti di umorismo e di poesia.

Sempre sulla cresta dell’onda si trovano le “Favole al telefono” con disegni di Bruno Munari per Einaudi Ragazzi, “Il Libro dei perché” sempre di Einaudi ragazzi così come “C’era due volte il Barone Lamberto” con introduzione di Matteo Bussola o come “In treno…” con illustrazioni di Luca Tagliafico o come “Filastrocche in cielo e in terra” con introduzione di Luciana Littizzetto. Proprio l’ironica conduttrice televisiva, comica e scrittrice scrive puntualmente nel libro: “La fantasia e la realtà abbracciate in una danza di parole… Pulite. Essenziali…. (Si trovano) i valori, quelli che noi, così politicamente corretti e scorrettissimi, diamo ormai per scontati. C’è la tolleranza, l’accoglienza, il rispetto del diverso, la bellezza dello stare in pace… Riprendiamo in mano Rodari. Seminiamolo nelle teste dei nostri bambini”. E, verrebbe da dire, anche nelle nostre.