Sini interpreta il Beethoven “minore”

“Bisogna rispettare un uomo superiore anche nei suoi errori”. Scrisse l’illustre critico Fetis dopo aver ascoltato gli ultimi stupefacenti Quartetti composti da Beethoven nella tarda maturità. Opere talmente avveniristiche da lasciare stupefatta la critica del tempo incapace di comprendere la profondità di quei gioielli e nello stesso tempo impossibilitata, data la grandezza del genio, a scriverne male. Probabilmente la critica del tempo non ebbe, invece, nulla da ridire sulle Ouvertures che questa sera hanno formato la prima parte del programma con cui il Carlo Felice ha avviato il suo breve ciclo di appuntamenti settembrini beethoveniani.  Le Ouvertures  Le rovine di Atene, Per l’onomastico e Re Stefano,  infatti, sono pagine d’occasione che Beethoven compose con la mano sinistra, con una scrittura alquanto ridondante e ossequiosa dei gusti del tempo.

Naturalmente anche quando si sforzava di essere “banale”, a Beethoven non mancavano scatti di originalità e intuizioni da Artista superiore. E così qua e là affiorano anticipazioni delle opere più mature, architetture solide, momenti di raffinata strumentazione.

Caratteri che Leonardo Sini, giovane direttore in ascesa, ha saputo evidenziare con buona tecnica e felici intuizioni, anche se le letture, in generale, sono parse poco variegate sul piano della ricerca dinamica.

A completare il programma, la Sinfonia n.1, partitura che se per certi aspetti denuncia ancora il debito di Beethoven nei confronti dei due classici Haydn e Mozart, per altri ha già un piglio personale e autonomo. Si veda l’elegante Andante cantabile o il brillante Minuetto anticipatore dei successivi Scherzi o, infine, la trovata originale delle cinque battute introduttive all’Allegro finale con l’iterazione di un breve frammento che crea un momento di suspence per confluire direttamente sullo spigliato tema conclusivo. Sini ne ha garantito una buona lettura, ben assecondato dall’Orchestra del Teatro apparsa in buona forma soprattutto in alcune prime parti.

Da notare un pubblico purtroppo poco numeroso. La paura del contagio, evidentemente, pesa in questo momento trattenendo a casa molti appassionati. Prudenza comprensibile, considerando che in Teatro le norme di sicurezza sono rigorosamente osservate (così come lo saranno nelle scuole), ma per strada molte persone (in primis giovani) continuano ad assembrarsi senza mascherine.