Un violino per Bach

Si è svolto ieri sera il concerto “Un violino per Bach”, incluso nel Festival Musicale “Le vie del Barocco”, quest’anno giunto alla sua ventisettesima edizione. La cornice era quella del Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi, uno dei 42 Palazzi dei Rolli, in questi giorni aperti al pubblico nell’ambito dei “Rolli days live & digital”. Un luogo intriso di arte e di storia, perfetto quindi per ospitare l’esecuzione integrale di una pietra miliare della storia della musica e del violino: le Sonate e Partite per violino solo di Johann Sebastian Bach. Ad interpretarle il violinista italiano Federico Guglielmo, molto attivo ed apprezzato a livello nazionale ed internazionale come specialista di musica barocca e classica e come direttore d’orchestra. Data la lunghezza del programma il concerto era diviso in due parti, suddivisione che ha permesso anche un parziale ricambio di pubblico e quindi un maggior numero di spettatori, molto limitato per il necessario rispetto delle attuali normative. Gli applausi sono comunque stati vigorosi, sia nell’accogliere il breve discorso introduttivo del direttore artistico dell’Associazione Collegium Pro Musica Stefano Bagliano, sia al termine di ogni Sonata o Partita. L’esecuzione è stata realizzata secondo la prassi barocca, con l’utilizzo di strumento e arco antichi (il violino senza spalliera e con l’accordatura a 415 hz.) e la presenza di accordi arpeggiati, messe di voce, vibrato limitato e uso sapiente dell’arco nel far risuonare ogni nota. Il fraseggio, il ritmo e la condotta delle parti erano perfettamente rispettati e fluenti, con alcune libertà e fioriture aggiunte con gusto e senza eccessi. Il suono pieno e vibrante ben riempiva la sala, nei tempi veloci le note venivano articolate con leggerezza e con fare virtuosistico, anche se talvolta una minore velocità avrebbe fatto meglio apprezzare le singole note. Forse la stanchezza dovuta a un programma senza dubbio molto impegnativo ne hanno condizionato l’accuratezza specialmente nell’ultima parte, con alcuni passaggi un po’ sporchi, alcune stonature e un suono talvolta non a fuoco (in parte migliorato con l’aggiunta della pece in una brevissima pausa nel secondo tempo). Un certo affaticamento è stato confermato dall’esecutore stesso, che al termine del concerto ha comunicato che avrebbe volentieri effettuato un bis, ma che con la fine del repertorio era “finito anche lui”, strappando una risata al pubblico che ha continuato ad applaudirlo con calore.