Il rigoroso Paganini di Prefumo

“…In ogni modo era una cosa sorprendente e di sicuro effetto vederlo spezzare le corde con tanta maestria prima di cominciare il concerto. Certe volte era più la fatica per spezzare le corde che quella per suonare. Perché sono corde resistentissime. Ci voleva una forza da leone. La gente andava al concerto non tanto per sentirlo suonare, quanto per vedere com’era bravo a spezzare le corde. Appena spezzate le corde, la gente se ne andava….” E’ un divertente passo tratto da La verità su Paganini inserito da Achille Campanile nel suo libro Vite degli uomini illustri. Umorista raffinato, Campanile giocava su una delle tante leggenda nate intorno al “nostro” Paganini, raccontato accanto a figure fondamentali della storia e della cultura come Manzoni, Beethoven,  Voltaire, lord Brummel, De Musset, Pasteur, Dante, Tasso (esilarante La quercia del Tasso).

In effetti Paganini è probabilmente il musicista intorno al quale si è pubblicato di più sul piano dell’aneddotica. Paganini che non ripete, Paganini che suona su una corda sola, Paganini che fa il patto con il diavolo, Paganini che suona nei cimiteri: sono solo alcune delle leggende (in parte, peraltro, vere) che hanno fatto dell’illustre Genovese uno degli artisti in assoluto più chiacchierati. Questo aspetto, unito al deprecabile fatto che lui in vita la gran parte della sua produzione non fu stampata e che nei decenni successivi i suoi manoscritti e le sue lettere si sono sparse per il mondo, ha favorito per lungo tempo una letteratura prevalentemente romanzata che ha reso difficile in passato un’analisi rigorosa e scientifica. Per un approccio biografico più serio occorre attendere gli studi di Berri, di Vyborny, di Neill, di Codignola, il cui Epistolario è diventato la base di molti studi successivi. E negli anni Ottanta del secolo scorso, in concomitanza con le celebrazioni per il bicentenario della nascita, si sono moltiplicati gli approfondimenti sul piano musicale: il Catalogo tematico di Maria Rosa Moretti e Anna Sorrento passo fondamentale per una ricognizione effettiva del suo repertorio ordinato, classificato e individuato nelle sue fonti reali; i primi saggi di Alberto Cantù sui Capricci e sui Concerti, le edizioni critiche costruite sui manoscritti di alcune sue opere fondamentali (i Capricci, ad esempio). E ancora, le accurate indagini sulla grande tournée europea portate avanti da Andreas Lange così come le ricerche in archivi stranieri condotte da altri illustri musicologi d’oltr’alpe.

Tutto questo grande lavoro ha consentito oggi una conoscenza più razionale e completa di Paganini uomo e artista. A completare il quadro, nel 2006 è arrivato il prezioso primo volume dell’Epistolario, curato da Roberto Grisley. E nelle scorse settimane la Lim ha edito il volume critico biografico Paganini – La vita, le opere, il suo tempo, autore Danilo Prefumo che rappresenta un punto fermo e fondamentale per gli studi paganiniani.

Genovese, musicologo attento, direttore artistico della Dynamic (cui si deve un prezioso cofanetto con l’integrale delle musiche paganiniane), Prefumo ha avviato i suoi primi studi (con particolare attenzione al repertorio chitarristico) negli anni Ottanta e nel 2006 aveva già pubblicato una biografia critica sul nostro Artista. Il volume appena uscito costituisce una significativa rilettura del precedente lavoro, alla luce di pubblicazioni più recenti e di nuove acquisizioni di documenti e di reperti musicali, utili a gettare nuova luce su alcuni aspetti della figura paganiniana.

Prefumo si è prefissato essenzialmente due obbiettivi: ripulire la biografia di tutte quelle “impurità” che si sono sommate nel tempo, facendo parlare il più possibile i documenti, le lettere, i dati oggettivi: e poi offrire un’analisi dettagliata e completa di tutta la produzione musicale ad oggi conosciuta.   Il volume, dunque, di 368 pagine, significativamente dedicato ad Alberto Cantù, si articola in due parti. Nella prima in undici capitoli l’autore ripercorre la vita dell’artista, incrociandola con gli avvenimenti del tempo, mettendo ordine negli itinerari seguiti nelle tournée in Italia e all’estero, citando con cura i concerti, i programmi e  offrendo interessanti  novità: ds esempio, grazie a un recente ritrovamento a Napoli di un documento [pubblicato da Luigi Sisto, Nicolò Paganini a Napoli (1816-1821) in Paganini Diabolus in musica]  racconta di un matrimonio mancato a pubblicazioni già fatte fra Niccolò e la dodicenne Carolina Banchieri!

La seconda sezione del volume comprende invece l’analisi dell’opera paganiniana con interessanti riflessioni sul mito di Paganini, sui violinisti che lo hanno preceduto e lo hanno affiancato: una carrellata estremamente accurata perché aiuta a capire l’ambiente violinistico in cui Paganini avviò la propria carriera, oscillando fra artisti italiani (Viotti, Lolli, Locatelli) e i nomi principali della scuola francese (Rode, Kreutzer) dei quali Paganini eseguì pagine nei suoi concerti.

Che la scuola francese possa essere stata rilevante per Paganini non deve del resto sorprendere. Genova era influenzata dalla cultura d’oltr’alpe, anni dopo un musicista e didatta come Michele Novaro adottò il metodo Rousseau per insegnare la musica ai suoi giovanissimi discepoli nella Scuola Popolare da lui fondata.

Il libro è introdotto da una accurata prefazione di Mariateresa Dellaborra che dopo aver sottolineato le osservazioni di Prefumo intorno alle “invenzioni stravaganti” che caratterizzano alcune composizioni paganiniane, concepite con l’obbiettivo di “stupire” conclude: “Oltre che musicista inarrivabile, Paganini si presenta così anche come lungimirante uomo di spettacolo, che asseconda le esigenze del pubblico sfruttando la propria abilità, senza rinunciare a una personale esigenza creativa. Musicista “moderno”, dunque, precursore di tempi nuovi, come chiunque consideri la realtà storica dei fatti e della sua musica – non il mito – gli deve ormai riconoscere”.

Un libro, insomma, esaustivo, in cui il rigore della ricerca e dell’analisi non appesantisce la scrittura, piacevole e fluida per una lettura adatta agli specialisti come ai semplici appassionati.