Teatri e Sanremo, due pesi e due misure

Basta! Non se ne  può più, parlano solo del Festival di Sanremo con pubblico o con figuranti come se questo fosse l’unico problema che abbiamo in Italia.

Ho letto, ieri, sul “Secolo XIX” un articolo che merita un commento di approvazione sull’atteggiamento di Emma Dante e di Attori che minacciano di scendere in piazza per manifestare contro questi atteggiamenti.

E il Ministero dove è ?

Esiste ancora un Ministero della Cultura?

Vorrei sapere cosa intende per cultura il Ministro Franceschini; se quella delle canzonette o anche quella dei teatri di musica e di prosa.

Hanno chiuso i teatri per gli assembramenti, ma fosse vero che nei teatri si creano assembramenti! Se andiamo avanti così non ci saranno neppure più i teatri. Pensare che qui a Genova, prima di entrare in teatro si fa una fila ordinata fuori, ti misurano la febbre e di fanno disinfettare le mani e, poi, la mascherina sempre indossata anche quando sei a posto e l’uscita scaglionata: dove sono gli assembramenti?

Certo, a Sanremo i poveri cantanti non riescono a dare il loro meglio senza il pubblico, dice Amadeus che il Festival senza pubblico non esiste. Perché i cantanti lirici o gli attori di prosa non sentono la mancanza del pubblico? Tutto questo senza pensare all’indotto, come del resto in tutti gli altri settori dell’economia, perché un conto sono i dipendenti a tempo indeterminato ma molti sono gli “aggiunti” non tutelati che in questo periodo soffrono….

Si è anche sentita la storia di un povero pianista di jazz che, per sbarcare il lunario consegnava le pizze a domicilio ed è morto di infarto nel suo nuovo lavoro!

Il problema potrebbe essere portato all’attenzione del grande pubblico se in tutte le città si facessero delle massicce manifestazioni con attori, cantanti, e personale tecnico, così come sono capaci gli operai di bloccare il traffico. Forse così la situazione  diventerebbe più importante e presa in considerazione da chi di dovere.