Franco Battiato e la sua “notte dell’addio”

E’ scomparso questa mattina Franco Battiato. Il grande cantautore si è spento oggi nella sua residenza di Milo, era malato da tempo. Dopo la frattura al femore e al bacino era riapparso sui social ma non più in pubblico. Era nato a Jonia il 23 marzo del 1945, aveva 76 anni. Qui di seguito un ricordo personale della nostra collaboratrice Paola Siragna

Di fronte alla morte di un grande ci si sente in dovere di trovare le parole più adatte per ricordarlo, per rendere giustizia alla vita e all’arte di qualcuno che ha lasciato un segno profondo nella storia della musica.

Stamattina la notizia della morte di Franco Battiato mi ha colta emotivamente impreparata. Non ne conosco a fondo la discografia, lo ammetto, e per certi aspetti mi sono sempre sentita “non all’altezza” dei suoi testi.

Eppure è sempre stato una presenza discreta e costante nella mia vita. Ero bambina quando in macchina ascoltavo le audiocassette dei miei genitori, con i suoi più grandi successi, notandone le irregolarità ritmiche, le ipnotiche atmosfere e le parole, certamente misteriose alle orecchie di una bimba.

2011 – Franco Battiato in un momento delle prove al Festival di Sanremo

 

Se penso a lui, tuttavia, il ricordo più vivido che ho è quello di quando le nostre strade si incrociarono sul palco dell’Ariston nel 2011, ultima partecipazione di Battiato al Festival di Sanremo, quando io mi trovavo lì per il mio terzo Festival in orchestra. Lui presentava, insieme a Luca Madonia, la canzone “L’alieno”, ingiustamente sottovalutata, la mia preferita di quell’edizione. Un testo sulla percezione di sentirsi estranei in questa vita ed il desiderio di trovare altri “alieni” con cui condividere lo sguardo sul mondo.

Un pezzo straordinario, che non fu compreso a fondo, nonostante il quinto posto.

Ma l’esibizione di quell’anno che più mi lega emotivamente a lui è certamente l’interpretazione di Luca Madonia del brano “La notte dell’addio” di Memo Remigi, struggente parentesi che vide Battiato nella veste di Direttore d’orchestra. Ricordo le prove, la sua cura maniacale dei dettagli, la sua sensibilità. E, perché no, la sua gentilezza nel lavorare con noi. Una persona veramente speciale e rispettosa della Musica e dei Musicisti.

Buon viaggio, caro Franco, e grazie per la “Cura” che hai saputo mettere nella tua straordinaria vita d’artista.