Night is Night, No Matter How Long: ascoltare nel buio

Raccontano i biografi di Offenbach che il geniale padre dell’operetta francese usava comporre durante le feste con amici fra risate e rumori vari: non sopportava il silenzio. Capitasse nel nostro tempo, Offenbach sarebbe contento. Non solo il “silenzio” in sé in pratica non esiste (pensiamo a 4’33” di Cage) ma oggi siamo bersagliati da suoni e rumori in qualsiasi momento della giornata e in qualsiasi luogo: non c’è studio medico che non propini un sottofondo musicale, non c’è stazione della metro o ferroviaria che non abbia la propria cornice sonora. Tutto questo ci ha portato a “convivere” con i suoni, a sentirli ma non ad ascoltarli perché il nostro è sempre più una percezione passiva, subita mentre si fa dell’altro.

Questo pomeriggio nell’ambito del festival “Le Strade del Suono”, nella Sala del Munizioniere di Palazzo Ducale, è stato proposto lo spettacolo Night is night, no matter how long. L’autrice è Sara Caneva, giovane compositrice e direttore d’orchestra che quest’anno è stata scelta come compositore in residence dall’Eutopia Ensemble.

L’avevamo incontrata due anni fa quando era ospite della Fondazione Bogliasco. Stava lavorando a una  “passeggiata sonora” aperta al pubblico: “Sto costruendo una mappa dei luoghi da visitare con specificati gli orari – ci aveva spiegato – E ho effettuato 48 ore di registrazione della natura. La mia idea è quella di intersecare i suoni e i rumori dell’ambiente con suoni creati appositamente. Un’operazione che ho già realizzato a Roma e che mi interessa proporre per stimolare un ascolto più consapevole da parte del pubblico”.

Night is Night, no matter how long  riprende e amplia quell’operazione.  Il brano per sei esecutori, va eseguito nella più totale oscurità: il pubblico accolto nella sala del Ducale si è infatti trovato in uno spazio semibuio che diventava totalmente buio con l’uso (consigliato, ma non imposto, naturalmente) di opportune maschere agli occhi.  I sei esecutori si dispongono intorno alla platea e sono diretti attraverso una audio-guida che scandisce il tempo o  dà  comandi vocali. Le fonti sonore sono quasi esclusivamente composte da materiali naturali e biodegradabili: corteccia, foglie, pigne, castagne, con l’aggiunta di piccole percussioni, richiami per uccelli, fogli di giornale e anche di qualche strumento acustico.

Il pubblico è “costretto” ad ascoltare con concentrazione facendosi guidare unicamente dall’udito e mostrando dunque una partecipazione attiva, non condizionata da altri fattori ambientali. Una esperienza interessante e curiosa che gli spettatori hanno mostrato di gradire.