“Credo che il principale merito di Carlo Repetti e mio sia stato quello di formare una intera compagnia stabile (fino a quando è stato possibile tenerla) quasi interamente con attori formati nella nostra scuola: il 90% è composta da attori cresciuti nelle nostre aule. Parlo anche di cinquantenni o di sessantenni come Elisabetta Pozzi. Hanno un linguaggio comune e danno agli spettacoli un traguardo di unitarietà e di bellezza che è difficile ottenere quando fai una distribuzione con attori che provengono da esperienze differenti. Poi è chiaro che la compagnia stabile ha bisogno di innesti, di ricrearsi attraverso l’arrivo di nuove persone, ma il gruppo rimane il perno solido, compatto”. Parole di Marco Sciaccaluga, il grande regista genovese scomparso prematuramente nel marzo scorso, vinto da un male incurabile.
Nei giorni scorsi due diverse iniziative rispettivamente al Liceo Doria (dove aveva conseguito la maturità classica nel 1972) e alle “Letture scientifiche” (Palazzo Ducale) hanno ricordato Marco Sciaccaluga. E circa un anno fa si spegneva pure Carlo Repetti.
Nel giro di pochi mesi, insomma, il Teatro di Genova ha perso i suoi due esponenti più importanti, testimoni diretti e preziosi di quella grande esperienza che Ivo Chiesa aveva con lungimiranza trasmesso a loro eleggendoli a suoi eredi e successori.
Entrambi erano entrati giovanissimi allo Stabile, Repetti come responsabile dell’ufficio stampa e dell’ufficio cultura, Sciaccaluga, attraverso la scuola di recitazione come attore e soprattutto come regista. Aveva appena 22 anni quando coglieva il suo primo, importante successo mettendo in scena in prima nazionale Equus.
“Sono sinceramente convinto di aver fatto spettacoli migliori di Equus – confidò anni dopo Marco – Però non c’è niente da fare. Incontro dei sessantenni che erano allora ragazzini e che mi parlano di quello spettacolo come di un momento molto emozionante. Il che significa che quello spettacolo aveva una forza notevole”. Da lì era partita la sua straordinaria carriera di regista che lo ha portato a firmare alcuni degli spettacoli più importanti di questi ultimi decenni: basta citare La bocca del lupo, La tragedia di Re Lear, L’illusion comique, Il sindaco del rione Sanità, Morte di un commesso viaggiatore, Intrigo e amore. Suo fedele compagno di viaggio, per molti di questi spettacoli, lo straordinario attore Eros Pagni che alla sua scomparsa lo ha definito il più grande regista italiano del nostro tempo.
Negli anni Novanta, Chiesa, con l’intento di preparare la strada alla sua successione, aveva nominato vicedirettori Carlo Repetti e Marco Sciaccaluga e nel 2000 Repetti aveva assunto la direzione del Teatro, affiancato da Sciaccaluga nel ruolo di condirettore e regista principale.
Nel compiere il passaggio di consegne Chiesa aveva sottolineato che compito dei due giovani eredi non sarebbe stato semplicemente quello di ricalcare quanto da lui fatto; al contrario avrebbero dovuto innovare, portando le loro idee, pur nel rispetto di alcuni principi fondamentali che erano alla base del successo dello Stabile.
Così è stato. Al Teatro genovese la coppia Repetti & Sciaccaluga ha garantito una solidità interna importante puntando alla formazione di una compagnia di giovani uniti dalla comune provenienza dalla Scuola di recitazione del Teatro stesso di cui entrambi sono stati a turno direttori.
Un Teatro che aveva le proprie radici saldamente ancorate nel tessuto sociale cittadino ma sapeva anche proiettarsi a livello internazionale. E non a caso Repetti seppe puntare non solo su Sciaccaluga affidandogli regie di estrema rilevanza, ma invitò anche registi stranieri di indiscutibile livello come Langhoff e Besson.
Un Teatro insomma che nel tempo si è conquistato un posto di primissimo piano in campo nazionale ed europeo.