Teatro Carlo Felice, virtuosismo ed emozione con il grande pianismo di Volodos alla GOG

Serata evento lunedì 7 febbraio alla GOG con Volodos, uno dei più importanti pianisti russi, che alcuni critici hanno paragonato a Liszt.  Come riporta “Russia Beyond” lo stesso Volodos avrebbe replicato: “Innanzitutto non sappiamo come suonava Liszt, visto che non lo abbiamo mai ascoltato. Inoltre, il più delle volte il virtuosismo allude alla velocità del movimento delle dita sul piano. Ma non è questa la cosa più importante”. Sicuramente la priorità è quella di farsi intermediario tra le grandi opere del passato e il pubblico, dandone una lettura personale ma al contempo filologica.

Molto buono l’inizio con la leggendaria “Seconda grande sonata” composta nell’agosto del 1825 da Franz Schubert, dedicata al violinista Bocklet. Virtuosismo e vigore si accompagnano alla cantabilità schubertiana e fanno presagire ( o forse fanno fin troppo sentire) quei contrasti e quelle dinamiche che riportano all’orecchio il miglior Beethoven e strizzano l’occhio al gusto in evoluzione dell’epoca. Volodos è notoriamente un funambolo della tastiera e questo brano, forse più dell’intero programma, pare cucitogli addosso per stupire nei pianissimo estremi (ppp) e per restituire, nella diversità dei movimenti, una inenarrabile compiutezza. Intimo e poderoso anche il secondo movimento, di più difficile interpretazione, solenne, ritmico che fa da contraltare all’Allegro vivace. Sono i minuti più intensi di tutto il recital. Ben inserito nel contesto persino quel Rondò finale spaesante, una sorta di rebus, capace di inanellare gli elementi portanti dell’intera sonata ed elevarli in una ascesi totalizzante. Calorosi gli applausi e ottima la tenuta di Volodos in tutto il concerto, attraverso le fanciullesche e brevissime “Scene infantili” Op. 15, veri e propri acquarelli sul mondo della fantasia, ispirati dalle missive scritte dalla consorte Clara Wieck Schumann.   Il programma è proseguito poi con la Fantasia in do maggiore Op. 17, data alle stampe nel 1839. Un’opera celebre dedicata a Franz Liszt, che il pubblico della GOG conosce e riconosce, compiacendosi sulle sfumature di alcuni dettagli, come la sublime resa del tema dell’Allegretto della Settima Sinfonia nel terzo movimento. Cinque i bis a ruota aperti dal Waldszenen Op.82 di Schumann, come da copione per i grandi. Durante tutta la serata solo due fari ad illuminare il palco, facendo entrare lo spettatore in una dimensione intima. Unica nota stonata i non fedelissimi al concerto, che hanno portato in sala anche qualche (più d’uno!) trillo di cellulare, e applausi troppo frettolosi nel primo tempo, mentre ancora vibrava l’ultimo accordo. Un vero peccato capitale.

ARCADI VOLODOS –Nato a San Pietroburgo nel 1972, Arcadi Volodos ha cominciato i suoi studi musicali con lezioni di canto e di direzione orchestrale.

A partire dal 1987 ha intrapreso lo studio serio e strutturato del pianoforte al Conservatorio di San Pietroburgo, perfezionandosi in seguito al Conservatorio di Mosca e, successivamente, a Parigi e Madrid.

I recital per pianoforte sono sempre stati al centro della vita artistica di Arcadi Volodos. Il suo repertorio include i grandi classici della tradizione pianistica tra cui Schubert, Schumann, Brahms, Beethoven, Liszt, Rachmaninov, Skrjabin, Prokof’ev e Ravel, assieme a opere meno note di Mompou, Lecuona e De Falla.

Arcadi Volodos si esibisce regolarmente nelle più prestigiose sale da concerto europee.

Nel 1999 il disco del suo debutto alla Carnegie Hall di New York, pubblicato da Sony Classical, è stato premiato con il Gramophone Award. Da quel momento Arcadi Volodos ha inciso numerosi altri album, tutti accolti calorosamente dalla critica internazionale. Tra questi spiccano “Volodos – Schubert, solo piano works”, un’interpretazione rivelatoria del compositore austriaco, “Rachmaninov Concerto n. 3” con i Berliner Philharmoniker e James Levine, “Tchaikovsky Concerto n. 1” con Seiji Ozawa e “Volodos Plays Listz” vincitore di numerosi premi discografici.

Nel 2013 Arcadi Volodos ha ottenuto un altro grande successo con l’album “Volodos Plays Mompou”, vincitore del Gramophone Award e dell’Echo Preis.

Nell’aprile 2017 Sony Classical ha pubblicato “Volodos Plays Brahms”, immediatamente considerato punto di riferimento nel panorama musicale e celebrato a novembre 2017 con due tra i maggiori premi discografici, l’Edison Classical Award e il Diapason d’Or, e recentemente con il prestigioso Gramophone Award 2018 come miglior incisione strumentale dell’anno.

Ad ottobre 2019 Sony Classical ha rilasciato il suo ultimo disco “Volodos Plays Schubert”, che ha ricevuto l’Edison Classical Award 2020 nella categoria Instrumental Solo.

IL PROSSIMO APPUNTAMENTO DELLA GOG, IL 21 FEBBRAIO ALLE 20.30 PRESSO IL TEATRO CARLO FELICE, VEDRA’ PROTAGONISTA IL BELCEA QUARTET (Corina Belcea, Axel Schacher, violino; Krzysztof Chorzelski, viola; Antoine Lederlin, violoncello). IN PROGRAMMA IL QUARTETTO IN FA MINORE K 590 DI MOZART, IL QUARTETTO N.1 IN DO MAGGIORE OP.37 DI SZYMANOWSKI E IL QUARTETTO IN RE MINORE D810 DI SCHUBERT.