C’era davvero poco pubblico, ieri sera, al Carlo Felice per il consueto appuntamento con la Giovine Orchestra Genovese. Peccato perché il programma e gli esecutori avrebbero meritato maggiore attenzione.
Protagonisti erano il violinista Gabriele Pieranunzi, la pianista Jin Ju e i Philharmonia Chamber Players (Fabrizio Falasca e Sarah Oates, violini, Yukiko Ogura, viola e Eric Villeminey, violoncello).
Organico desueto e in effetti il programma, tranne l’ultimo brano, ha coinvolto gli esecutori a gruppi.
Gabriele Pieranunzi e Fabrizio Falasca hanno proposto la Sonatina per due violini di Honegger e la Sonata per due violini di Prokof’ev. Pagina assai differenti fra loro: non straordinaria quella del compositore francese se si eccettua l’ultimo movimento avviato da un incisivo canone; estremamente interessante, invece, quella dell’artista russo che in una visione neoclassica rivisita con la sua personale sensibilità elementi costruttivi del passato: da citare il terzo movimento (Commodo) di bella fattura. Pieranunzi e Falasca hanno affrontato le due partiture con autorevolezza e piglio garantendo solide letture sul piano tecnico ed espressivo.
Il Quartetto d’archi ha affrontato invece Britten e Stravinskij. Del compositore inglese il pubblico ha ascoltato Tre Divertimenti, pagine ricche di vitalità e di brillante inventiva che hanno avuto nei quattro strumentisti esecutori particolarmente efficaci per coesione, limpida intonazione e freschezza interpretativa. Qualità ancor più risaltate nel bel Concertino di Stravinskij, un unico movimento costruito con solida architettura e dipanato con estrema chiarezza.
Infine il Concerto per pianoforte, violino e quartetto d’archi op. 21 di Chausson, un lavoro di felice inventiva di cui vale la pena segnalare l’elegante Siciliana e ancor più il profondo Grave. Alla bravura già riscontrata nei precedenti lavori da parte di tutti gli archi si è qui aggiunta la robusta classe della pianista Jin Ju: esecuzione ineccepibile e tanti applausi.