Stefano Bruno, giovane talento al Piccolo Teatro del Ducale

Il “parco teatri” genovese, già alquanto ricco, si è ulteriormente “arricchito” questo pomeriggio di un gioiello in miniatura, il Piccolo Teatro di Palazzo Ducale. Vi si accede dalle Terrazze ed è sorprendente per la vista e per l’udito. Una struttura semicircolare in legno con un microscopico palcoscenico in basso sovrastato da gradoni avvolgenti. La conformazione e i materiali garantiscono un’acustica eccellente per cui sarà adattissimo in futuro per conferenze, dibattiti e concerti cameristici per solisti o per duo.

Un bel teatro dunque e un bellissimo concerto quello offerto per l’inaugurazione dall’Eutopia Ensemble che ha ospitato il giovanissimo violoncellista Stefano Bruno. Talento notevole e grande coraggio, qualità quest’ultima assolutamente indispensabile per affrontare il repertorio inserito nel programma.

Commentando il concerto alla fine delle esecuzioni, il direttore artistico del cartellone Matteo Manzitti ha sottolineato come anche la musica contemporanea (nei confronti della quale spesso il pubblico è prevenuto) possa risultare bella quando interpretata in maniera magistrale.

E Bruno ha in effetti stupito per la sicurezza e l’eleganza con cui ha superato le insidie delle pagine di Ligeti (Cello Sonata), Kaija Saariaho (Petals e Sept Papillons), Boccadoro (Dalla Memoria) e Lutoslawski (Sacher Variations): intonazione perfetta, armonici inappuntabili, una capacità stupefacente di lavorare sulle dinamiche e sui colori nelle varie sezioni della tastiera (si pensi al lavorio incessante sul ponticello nelle pagine di Saariaho) o di risolvere con incredibile limpidezza di fraseggio passaggi velocissimi e nervosi (Ligeti).

Una bella performance davvero.