Benitez, la mia Hero, una personalità completa

Seconda recita, questo pomeriggio (ore 15) al Carlo Felice di Béatrice et Bénédict di Berlioz e primo impegno per il secondo cast: Giorgio Misseri (Bénédict), Francesca Benitez (Héro), Sofia Koberidze (Béatrice) e Gaia Petrone (Ursule). Invariato il resto della compagnia: Nicola Ulivieri (Don Pedro), Yoann Drubuque (Claudio), Gérald Robert-Tissot (Léonato) e Ivan Thirion (Somarone). Dirigerà Donato Renzetti, regia di Damiano Michieletto, scene di Paolo Fantin.

Nel ruolo di Héro, dunque, ci sarà Francesca Benitez, ligure, formatasi al “Paganini”, che il pubblico genovese ha già applaudito in diversi recenti allestimenti, dalla Bohème alla Vedova allegra, da Gianni Schicchi a La Rondine: “Il mio personaggio – spiega – è una giovane donna legata alle tradizioni, una figurina candida e gioiosa, ma nello stesso tempo, anche inclina allo scherno, al dispetto. E’ lei ad architettare il gioco contro Béatrice, mostrando quindi una particolare versatilità caratteriale. Insomma, una personalità completa: del resto in Shakespeare (l’opera è liberamente ispirata a Tanto rumore per nulla) lei finiva anche sotto accusa per un presunto tradimento a Claudio”.

-Sul piano vocale….

“E’ interessante notare come cambi la scrittura dal primo al secondo atto. La tessitura è in generale quella del lirico leggera, ma non c’è mai uno sfogo verso gli acuti; nel secondo atto, poi si ripiega in una scrittura più grave. E’ come se nella prima parte parlando essenzialmente di sé emergesse, mentre nella seconda mescolandosi maggiormente con gli altri Berlioz le impedisse di svettare. Prova ne sia il fatto che nella ripresa del terzetto Béatrice e Héro cantano esattamente le stesse note”.

-Lei ha già vissuto diverse esperienze qui al Carlo Felice, nel teatro della sua città. Un ricordo particolare?

“Senza dubbio sono legatissima alla Bohème. Me la ricordo perché quando debuttò nel 2013 con le bellissime scene di Musante, io studiavo ancora in Conservatorio, andai ad ascoltarla e in cuor mio sognavo di poter un giorno essere lì sul palco. Quando quel sogno si è avverato e mi sono ritrovata fra le scene di Musante è stata una emozione grandissima”.

-Progetti futuri?

“Subito dopo l’opera di Berlioz andrò in Germania a Herne per la prima rappresentazione in epoca moderna dell’opera L’huomo di Andrea Bernasconi, un allestimento che poi in estate sarà ripreso a Bayreuth (dove l’opera aveva debuttato nel 1754, n.d.r.) e a Postdam. Poi sarò alla Royal Opera House di Muscat per Elisir d’amore. E, infine, alla Fenice debutterò nel ruolo di Elisetta nel Matrimonio segreto di Cimarosa.