Federico Manca, il suggestivo omaggio a Morricone a lume di candela

Un pianoforte, illuminato soavemente dalla luce delle candele che lo circondano, è protagonista della elegante stanza del Palazzo della Meridiana. L’appuntamento rientra nei “Concerti Candlelight” che rappresentano una bellissima iniziativa creata dalla piattaforma Fewer.

Un’atmosfera intima e calda accoglie gli ascoltatori, che vengono accompagnati ai rispettivi posti. Abbracciati dal calore della luce delle candele, gli ascoltatori attendono l’arrivo del solista Federico Manca, che regalerà loro un viaggio attraverso la storia del cinema. In primo piano viene posto Ennio Morricone, la cui musica viene intervallata da brani di Howard Shore, Hans Zimmer, John WIlliams e Yann Tiersen.

Aprono il concerto le famose quartine introduttive del brano Estasi dell’oro, composto dal grande  Morricone. Il suono dello strumento, aiutato da un’acustica molto generosa, riempie subito la stanza, trasportando l’ascoltatore nel mondo western. Con un collegamento molto raffinato, il solista, nonché arrangiatore, introduce il tema di C’era una volta in America, sicuramente tra i brani più conosciuti ed amati del celebre compositore. Il pianista ne offre un’esecuzione intima ed introspettiva, che, tuttavia, sembra non toccare ancora completamente il significato più profondo del brano. Dopo un’interpretazione molto delicata della colonna sonora de Il Signore degli Anelli, Manca riprende però il tema di Deborah di C’era una volta di America, completando così, pure sul piano emozionale ed espressivo, l’interpretazione del brano.

Terminato il primo medley, il pianista spiega i brani appena eseguiti e introduce i successivi. Crea così un’atmosfera conviviale, che rompe definitivamente le barriere che spesso si creano tra artista e pubblico.

Il concerto prosegue con l’esecuzione de La leggenda del pianista sull’oceano, brano composto originariamente per pianoforte solo. Le candele, il buio e l’atmosfera creata dalla bellissima stanza del palazzo richiamano ulteriormente la necessità di ascoltare le più soavi ed intime sfumature di suono e di colore che può produrre il pianoforte. Il solista gestisce l’acustica ed i suoni con estrema delicatezza e musicalità; vista l’atmosfera creata, potrebbe forse giocare ulteriormente con i silenzi. Con Il Gladiatore tocca il vertici della profondità e della potenza dello strumento. Il primo climax musicale ed emotivo viene raggiunto con l’esecuzione di Gabriel’s oboe; il pianista tocca la sensibilità degli ascoltatori con estrema delicatezza e rispetto.

Il medley successivo viene aperto dalla colonna sonora di Nuovo cinema paradiso; il pubblico viene così portato via da una melodia dolce e sognante che suscita una soave malinconia. Crea invece una tensione più misteriosa l’esecuzione del tema di Harry Potter, che viene collegato egregiamente al ritorno di una composizione di Morricone: Giù la testa.

L’ultima fantasia unisce il brano di Yann Tiersen, tratto da Il favoloso mondo di Amélie, al più amato capolavoro di Morricone, C’era una volta il West. Quest’ultimo brano rappresenta il vertice interpretativo di Manca, che riesce a creare un’atmosfera molto intima, ma al tempo stesso carica di tensione emotiva e di dramma, suscitando nel pubblico anche il ricordo delle suggestive immagini del regista Sergio Leone.

Applausi finali calorosissimi e un bis energico e trionfante: la colonna sonora di Game of Thrones.