Renata Scotto, addio a una grande diva

“Ricordo, al Margherita, una Bohème con Luciano Pavarotti. Nel finale del duetto del primo atto il pubblico accolse il nostro acuto con un uragano di applausi. Sul podio Franco Capuana rimase immobile, attese che l’ultimo battito di mani si esaurisse poi fece riattaccare l’orchestra per concludere pianissimo l’accordo finale. Allora si volse alla platea e disse che si poteva applaudire!”. Renata Scotto ricordava così nel 2002, una sua lontana apparizione al Margherita, nel 1964, accanto a big Luciano. Un’edizione pucciniana di lusso rimasta nella memoria dei melomani genovesi.

Renata Scotto ci ha lasciato all’età di 89 anni. Se ne va con lei l’ultima delle grandi dive di una straordinaria epoca della lirica italiana.

Voce straordinaria, forte presenza drammatica, la Scotto ha interpretato innumerevoli ruoli girando il mondo e facendosi applaudire nei principali teatri italiani, europei e americani. Più recentemente aveva anche intrapreso la carriera dell’insegnante e quella, particolarmente amata, di regista.

Accade spesso nel mondo della lirica che una carriera inizi grazie all’improvviso forfait di una star. E’ successo anche per la Scotto che a Edimburgo, giovanissima, sostituì la Callas: si trattava di un allestimento scaligero, il successo delle prime recite era stato tale da costringere gli organizzatori ad aggiungere alcune repliche. La Callas era però impegnata altrove e allora con due soli giorni di preavviso, il 3 settembre 1957, Renata Scotto la sostituì: “Mi andò bene – ha raccontato in seguito – perché quella Sonnambula mi portò fortuna. Nel giro di poco tutti si accorsero di me. Cantai alla Scala e vi tornai ogni anno fino alla mia partenza per l’America”.

Nel ’59 il debutto a Vienna in Rigoletto” sotto la direzione di Karajan e nel 1965 l’approdo al Metropolitan di New York con Madama Butterfly. Con il Teatro statunitense la Scotto (dal 1976 trasferitasi ufficialmente in America con la famiglia) ha avuto un intenso rapporto: più di 300 rappresentazioni fino al 1987! Proprio lì nel 1977 cantò Mimì ancora accanto a Pavarotti in un grande spettacolo di cui esiste la registrazione video.

Renata Scotto con la giovane Rosa Feola, interprete a Savona di “Traviata”

 

A Genova, la Scotto ha cantato per diversi anni a partire dal 1954 quando all’Augustus si propose in Sonnambula, opera che poi interpretò ancora al Carlo Felice quattro anni dopo e al Margherita nel 1963. Al Margherita i melomani genovesi poterono applaudirla anche nel 1966 (Traviata), nel 1968 (Lucia di Lammemoor) e nel 1970 (Faust con Labò, Cappuccilli e Raimondi).

Ventitrè anni dopo da quell’ultima apparizione,  nel 1993, la Scotto è tornata nel nuovo Carlo Felice per una bella edizione di La voix humaine di Poulenc: “Un teatro davvero bello, affascinante che va valorizzato come merita – aveva commentato l’artista ammirando il nuovo teatro cittadino – Ricordo anche con nostalgia il vecchio palcoscenico del Barabino, mentre il Margherita era davvero terribile per noi cantanti: era un’impresa realizzarvi uno spettacolo lirico”.

Renata Scotto con una giovane allieva (foto Luigi Cerati)

 

Nel frattempo, come si è detto, la Scotto aveva imboccata la strada della didattica e della regia riavvicinandosi alla sua Liguria, in particolare a Savona. Fra Albisola e Savona ha tenuto per anni corsi di perfezionamento e l’Opera Giocosa le ha affidato in questi ultimi anni diverse regie.

“Abbiamo perso una grande cantante, una grande amica ma soprattutto una grande artista che ha dedicato tutta la sua vita ad insegnare e incoraggiare i giovani – è stato il commento di Giovanni Di Stefano presidente e direttore artistico della Giocosa – Oltre ad avere calcato le scene nei più grandi teatri del mondo ha voluto essere presente in questi ultimi anni nella sua città con il Teatro dell’Opera Giocosa per scoprire i giovani talenti con lezioni e curando numerose regie con una forza incredibile e con tanto amore. Porteremo avanti il suo insegnamento”.

E anche il Carlo Felice l’aveva chiamata come regista. Proprio nel 2002, venne a firmare con l’amico Bruno Bartoletti un’edizione di Madama Butterfly, un’opera a lei particolarmente cara.

“Nell’86 ne ho curato la prima regia – aveva raccontato – Ero al Metropolitan e interpretavo contemporaneamente il ruolo della protagonista. Fu un’esperienza straaordinaria perché provavo con l’altra cantante che poi si esibì in alcune recite e vedere il personaggio e l’azione dall’esterno mi fece scoprire aspetti nuovi. Stando al di fuori si impara moltissimo. E del resto ho il vantaggio di conoscere a fondo i problemi vocali che debbono affrontare le mie Ciociosan e questo mi consente di aiutarle in maniera particolare. Qui a Genova ho inoltre la fortuna di collaborare con Bartoletti con cui ho cantato l’opera anni fa a Firenze e a Chicago. Ci capiamo la volo ed è un’esperienza straordinaria”.