Nervi, partenza lenta con Rachmaninov

Dopo la serata “nazionalpopolare” dedicata la scorsa settimana alla indimenticabile Raffaella Carrà, il “Nervi Music Ballet Festival” (organizzato dal Carlo Felice) ha ufficialmente alzato il sipario ieri con una serata particolare dedicata al compositore russo Rachmaninov del quale si celebrano i 150 anni dalla nascita e gli 80 dalla morte, compositore apprezzato soprattutto per la produzione pianistica (era uno straordinario esecutore), anche se nella sua ampia opera si trovano partiture di rilievo anche in altri ambiti: pensiamo alla sezione sacra e soprattutto a quella orchestrale.

Fra le pagine per orchestra spiccano le Danze sinfoniche, l’ultima sua composizione. Si dice che lo stesso compositore ne volesse trarre un balletto, ma la morte del coreografo Fokine vanificò questo progetto.

Ieri sera, il momento clou dello spettacolo ideato da Daniele Cipriani e con la partecipazione di tre eccellenti musicisti quali i pianisti Beatrice Rana e Massimo Spada e la violoncellista Ludovica Rana, è stato proprio rappresentato dalla realizzazione coreografica delle citate Danze sinfoniche nella rilettura dei coreografi Simone Repele e Sasha Riva con il titolo Alla fine del mondo.

Beatrice Rana e Massimo Spada, relegati sul fondo del palcoscenico, poco visibili da parte del pubblico, hanno eseguito in maniera straordinaria la trascrizione per due pianoforti elaborata dallo stesso Rachmaninov che la eseguì per la prima volta in duo con Horowitz.

Sul palcoscenico i due coreografi e una decina di ballerini hanno dato vita a tre coreografie di rara eleganza e raffinatezza, perfettamente collegate con il discorso musicale

Una prova dello spettacolo

Le tre danze scandiscono nella intenzione dei coreografi tre momenti diversi della vita, rappresentata dai fiori di lillà, amati dal compositore. Una lettura varia sul piano della gestualità riproposta al meglio dal solido gruppo di danzatori.

Alla fine del mondo, come si è detto, ha costituito il momento migliore di una serata che, pur regalando altre esecuzioni di rilievo è parsa un po’ asettica e fredda, forse per la disposizione sul palcoscenico, o forse per una mancanza di collegamento fra le varie parti.

Ad esempio all’inizio è stata diffusa la registrazione storica del celebre Preludio op. 3 n.2 nella interpretazione dello stesso Rachmaninov: forse accompagnarla con qualche proiezione avrebbe reso il momento più coinvolgente così come si sarebbero potute animare le letture peraltro ineccepibili di Ettore Volontieri ex Direttore generale della Fondazione Rachmaninoff presso Villa Senar in Svizzera che ha proposto fra una esecuzione e l’altra alcuni brani da lettere o documenti approntati da Gaston Fournier-Racio.

Citando la parte musicale, comunque, le due sorelle Rana hanno eseguito egregiamente “Vocalise” per violoncello e pianoforte e l’Andante dalla Sonata op. 19 per violoncello e pianoforte, che ha fatto da sfondo a una coreografia di Uwe Scholz. Massimo Spada ha prima eseguito il Preludio op. 23 n.4 per pianoforte e poi in duo con Beatrice Spada l’Andante dalla Suite n.2 per due pianoforti op. 17 anche in questo caso coreografato da Uwe Schulz.

Serata assai breve (poco più di un’ora), applausi calorosi, poco pubblico per essere una inaugurazione.