Lunghissimi applausi e i canonici due bis (il primo di Haydn e il secondo di Dvořák) nella serata di lunedì 23 ottobre, al Teatro Carlo Felice di Genova come secondo concerto della nuova stagione della GOG per il ritorno del famoso Wanderer Trio (Vincent Coq, Jean Marc Phillips Varjabédian, Raphael Pidoux). All’interno del Ciclo Beethoven il Wanderer si è reso protagonista di tre concerti di Trii di Beethoven stesso; altri verranno interpretati saranno il 12 febbraio ed il 13 maggio 2024. Una data funestata solo dall’allerta arancione che, a dispetto di ogni più rosea previsione, non ha ridotto il numero degli astanti, nel complesso un folto e appassionato pubblico.
Beethoven ben si attaglia a questa formazione dal repertorio sconfinato che si esibisce regolarmente nelle principali sale internazionali e nei festival di richiamo e che ne riscopre la meraviglia o meglio, le piccole meraviglie, che fa riaffiorare dalla scrittura, vale a dire quelle meno evidenti. Il Trio “Wandering Stars” , così definito da Strad Magazine, ha messo ancora una volta in primo piano la ricerca espressiva. Nel 2015 i membri del Trio Wanderer sono stati dichiarati Chevalier dans l’Ordre des Arts et Lettres.
In programma il Trio in mi bemolle maggiore op. 1 n. 1, l’introduzione e Variazioni sul Lied “Ich bin der Schneider Kakadu” op. 121 e il Trio in re maggiore “Degli Spettri” op. 70 n. 1. Nel corso del concerto si è potuto apprezzare per il trio Op. 1 n.1 l’effervescenza che tanto piaceva al pubblico viennese, la ricchezza dialogica dei temi, le modulazioni e il lirismo dell’Adagio cantabile che è presago già delle pagine beethoveniane più intense e più appaganti. Scherzo e Finale convincono per il brio ritmico e per i rimandi ad altri grandi come lo stesso Haydn, per la purezza delle note soprattutto al pianoforte. Appassiona in tutto e per tutto, dopo il Lied che strizza l’occhio al largo pubblico, il Trio Degli Spettri. Anzi, direi che ammalia il pubblico genovese, con tutta la forza dei suoi richiami alle tinte del Macbeth shakespeariano, con la felicità di insieme in cui tutte le parti hanno medesima importanza e respirano all’unisono, nel tremolo che amalgama così come nei giochi ritmici pindarici che si susseguono nel Presto finale. Non a caso è “pieno” Beethoven, in cui tutte le capacità espressive sono prorompenti. Nella seconda parte del concerto dalle battute marziali a quelle cantabili sino ai virtuosismi più accentuati tutto è reso con perizia e con naturalezza, senza alcun cedimento di sorte. Tra i bis piace soprattutto il finale del Trio in sol maggiore Hob. XV:25 “Gypsy” di Joseph Haydn, arrivato al punto giusto.
Il prossimo concerto della Gog, ed è già caccia ai biglietti, vede protagonista Grigory Sokolov il 6 novembre alle ore 20:30 sempre al Teatro Carlo Felice di Genova. Eseguirà di Johann Sebastian Bach Quattro Duetti BWV 802-805 (Duetto n. 1 in mi minore BWV 802, Duetto n. 2 in fa maggiore BWV 803, Duetto n. 3 in sol maggiore BWV 804, Duetto n. 4 in la minore BWV 805 e Partita n. 2 in do minore BWV 826), di Wolfgang Amadeus Mozart Sonata n. 13 in si bemolle maggiore K 333 (315c) op. 7 n. 2 e Adagio in si minore K 540. Grigory Sokolov tiene circa settanta concerti ogni stagione, immergendosi completamente in un singolo programma e presentandolo nelle principali sale d’Europa.
Dopo un silenzio discografico durato quasi un ventennio, Grigory Sokolov ha iniziato una collaborazione con Deutsche Grammophon che ad oggi ha portato alla pubblicazione di varie registrazioni, rigorosamente tutte dal vivo di suoi concerti. Nell’aprile 2022 è stata pubblicata l’ultima incisione discografica che propone la ripresa in audio e video di un concerto tenuto da Sokolov al Palazzo di Esterhazy di Eisenstadt con alcune Sonate di Haydn e gli Improvvisi op. 142 di Schubert. Tutte le informazioni al link https://www.gog.it/spettacoli/132821-grigory-sokolov.htm