Il ritorno di Grigory Sokolov al Carlo Felice, ospite stabile della Giovine Orchestra Genovese per il nostro pubblico è sempre una festa. Festa, addirittura, “doppia” perché alla bellezza e originalità del programma ufficiale, il grande pianista russo unisce la generosità di almeno sei bis per volta.
Ieri sera se ne è avuta conferma. Platea gremita e programma raffinato incentrato su Johann Sebastian Bach e Wolfgang Amadeus Mozart. Due mondi diversi, affini per la genialità creativa, ma lontani per la tipologia di scrittura.
Di Bach, Sokolov ha proposto quattro Duetti e la Partita n.2 BWV 826. Le architetture polifoniche bachiane hanno trovato in Sokolov un lettore straordinario per la limpidezza e la chiarezza nel fraseggio, sostenuto da una ammirevole ricerca del suono, qualità che l’artista ha sempre evidenziato nelle sue numerose performance. In Sokolov stupisce la meticolosa ricerca del particolare e, nello stesso tempo, la compatta visione dell’insieme.
Poi il Mozart conversativo, elegante della Sonata n. 13 K 333 e dell’Adagio K 540. Sokolov qui fa “cantare” la tastiera mantenendo tuttavia un perfetto equilibrio sonoro, con dinamiche estremamente variegate.
Il pubblico ha naturalmente mostrato di gradire la prova dell’artista che ha poi dato il via ai bis, passando dai preziosismi del barocco ornato di Rameau al pianismo orchestrale tardo-ottocentesco di Rachmaninov a una serie di letture chopiniane risolte con una maestria e una sensibilità di tocco encomiabili.