Corpi di ballo in Italia: da un disegno di legge una svolta per il settore

Riusciranno la danza e il balletto ad avere finalmente in Italia la giusta posizione che meritano? Basterebbe ad esempio che le Fondazioni Lirico Sinfoniche aggiungessero l’appellativo “Coreutiche” al loro nome, non per un omaggio agli eventuali spettacoli di danza ospitati, ma perché le suddette Fondazioni diventerebbero titolari di un corpo di ballo. Fantascienza? Forse dopo decenni di progetti e sogni disillusi potremmo essere a una svolta, il condizionale resta d’obbligo. Basterebbe che andasse in porto il disegno di legge che indica le “Disposizioni per la promozione, la tutela e la salvaguardia della

produzione artistica e culturale della danza” che sta entrando nella fase di audizioni al Senato della Repubblica. Ne è promotore, insieme a una trentina di parlamentari ispirati da tecnici del settore, il Senatore Luca Pirondini, capo commissione cultura del Movimento 5Stelle con delega a sport e scuola; professore d’orchestra, Pirondini fa inoltre parte del consiglio di indirizzo del Teatro Carlo Felice di Genova.

Da dove nasce l’attenzione alle Fondazioni Liriche e in particolare alla situazione della danza?

“Sono stato contattato da un gruppo di danzatori – ci ha raccontato Pirondini raggiunto telefonicamente – che fanno parte di “Danza Error System”; sono danzatori stabili, cioè assunti in corpi di ballo, ma anche precari. La volontà è difendere un mondo mai difeso da nessuno, chi studia danza classica in Italia ha ancor meno prospettive di lavoro di chi studia musica, in particolare il settore del balletto classico è difficilissimo. Ho dato priorità a questo disegno di legge su tutti gli altri.”

Nel disegno di legge non sono specificati quanto corpi di ballo potranno essere costituiti…

“Perchè in teoria potremmo averne tanti quante sono le Fondazioni; chi lo ha lo mantiene, chi lo ha perso lo può ripristinare, chi non lo ha mai avuto lo può creare. C’è  la possibilità anche di farlo in collaborazione con due fondazioni”.

Quindi Genova potrebbe finalmente dotarsi di un corpo di ballo: sogno antico che risale agli anni 50 del secolo scorso, quando Mario Porcile inventò il Festival Internazionale del Balletto nei Parchi di Nervi e diede vita pur stagionalmente a realtà stabili in attesa di un grande salto che non venne mai. Non avvenne nemmeno quando, decenni dopo, all’inaugurazione del nuovo Carlo Felice lo sponsor numero uno, Garrone con la Erg, elargì fior di miliardi di Lire a patto che il teatro si dotasse di un corpo di ballo. Nel frattempo i corpi di ballo in Italia sono drasticamente diminuiti, sono rimasti in quattro città: Roma, Milano, Palermo e Napoli.

A quanto ammonta il finanziamento?

“Nel disegno di legge si parla di 15 milioni di euro all’anno per tre anni a partire dal 2024: le Fondazioni sono 14, i corpi di ballo attualmente solo 4, quindi a ogni fondazione andrebbero circa un milione l’anno, anche se arrivare a un numero così elevato di corpi di ballo sembra difficile. Si possono infatti anche istituire in collaborazione, ad esempio Genova potrebbe condividere il corpo di Ballo con Torino, sono sedi di due Fondazioni in prossimità territoriale. E poi ci saranno degli incentivi: se le Fondazioni faranno produzioni con i loro corpi di ballo potranno godere di maggiori fondi del FUS, che negli anni è stato invece depotenziato”

Quali sono state le reazioni dei Sovrintendenti?

“Hanno dimostrato grande interesse, ovviamente coi fondi attuali non è possibile fare nulla, serve un implementamento del FUS e la sicurezza che i soldi stanziati siano effettivamente utilizzati per quanto è previsto”.

Nei prossimi mesi si svolgerà il ciclo di audizioni in Senato, interverranno testimonial e protagonisti d’eccezione, amati e riconosciuti come artisti e portavoce di una realtà affascinante e complessa come quella della danza: Roberto Bolle, Alessandra Ferri ed Eleonora Abbagnato.

Nel frattempo il ministro Sangiuliano ha dichiarato che saranno presto istituiti due nuovi corpi di ballo, ma non è chiaro il come, il dove né il perché; “quello che è certo è che non c’entra nulla con questo disegno di legge”, conclude Pirondini. Speriamo, aggiungiamo noi, che per dei giochi tra partiti a farne le spese non sia ancora una volta proprio lei, “la Cenerentola del teatro dal vivo”, la danza.