Mozart l’italiano e Metastasio

Per il filone sinfonico dedicato dal Carlo Felice a “Mozart l’italiano”, ieri sera Diego Fasolis ha diretto una selezione della Betulia liberata K 118, azione sacra in due parti su testo di Metastasio.

Amadeus compose la partitura nel 1771 di ritorno da Milano dove aveva messo in scena l’opera Mitridate.

Siamo dunque nella fase della vita del compositore segnata dai viaggi di conoscenza, in particolare proprio nel periodo dei tre soggiorni consecutivi in Italia. Amadeus, incredibile assimilatore, ascolta, conosce, assorbe e poi filtra attraverso la sua mente geniale.

La Betulia è dunque l’opera di un quindicenne enfant prodige che lavora sui modelli esistenti, sperimentando per poi poter prendere il volo in piena autonomia: a dieci anni esatti, al 1781 con Idomeneo, si fa risalire la decisiva acquisizione della propria personalità creativa.

La scelta di Metastasio è indicativa. Il grande poeta era il rappresentante più accreditato della grande tradizione italiana, tanto nell’opera seria, quanto nell’oratorio, da lui rivitalizzato e purificato nella struttura librettistica e nei contenuti.

Mozart si attiene al modello napoletano e inanella una serie di arie che rispecchiano i caratteri della scuola napoletana.

Naturalmente si parla di Mozart e il risultato è un saggio di bravura sia pure su un impianto non originale. Alcune arie sono di indiscutibile bellezza, l’ouverture è trattata con mano maestra.

L’esecuzione di ieri era affidata a un grande esperto del periodo barocco: Diego Fasolis ha diretto con energia, ben seguito dall’orchestra e dai solisti. Non ha facilitato l’esecuzione il sipario tagliafuoco calato che ha reso particolarmente riverberante il suono, creando qualche difficoltà ai pur bravi cantanti solisti: Angelica Disanto, Antonia Fino, Luigi Morassi e Omar Cepparolli.

Il tempo ingrato e il periodo festivo hanno tenuto lontano il pubblico: platea sguarnita, ma chi c’era ha applaudito calorosamente e a ragione.