Al Sociale un bel ricordo di Luciano Lanfranchi

Un anno fa moriva a 87 anni Luciano Lanfranchi, pianista, didatta, docente al Conservatorio “Niccolò Paganini”, organizzatore di concerti, per decenni direttore artistico e anima del  Gruppo Promozione Musicale Golfo Paradiso. Ieri nel Ridotto del Teatro Sociale l’artista è stato ricordato in una bella manifestazione fra parole e musica, organizzata da due suoi allievi “storici” (Dario Bonuccelli, direttore artistico del Gruppo e docente al “Paganini” e Caterina Picasso, docente al Liceo Pertini) con la partecipazione di amici e colleghi.

Caterina Picasso e Dario Bonuccelli, organizzatori della giornata

 

Bergamasco di nascita, Luciano aveva perso la vista da bambino in due successivi incidenti. Si era diplomato con il massimo dei voti al Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma, era stato borsista all’Accademia Chigiana e si era perfezionato con Mozzati, Agosti e Kempff.  Prima di approdare al Conservatorio genovese, aveva insegnato in tutti gli ordini di scuola, dalle elementari alle magistrali, ed era stato docente in vari altri Conservatori, tra i quali quello di Milano.

Stefania Terrinoni e Greta Spinelli

Genovese e ligure di adozione nella sua casa silenziosa sulla Ruta aveva ricavato uno splendido studio-bunker: da lì sono passati decine e decine di studenti che si sono formati sotto la sua guida severa e paterna, rigida e amorevole. Allievi con molti dei quali Luciano ha saputo mantenere un rapporto di profonda amicizia e affetto, anche a distanza di tanti anni dal periodo di formazione. Ma da quel bunker sono passati anche molti colleghi: serate a parlare, a programmare e immaginare percorsi artistici, accompagnando le parole e i sogni a qualche bicchiere di buona grappa, in un’atmosfera spesso goliardica immersa nel fumo della sua pipa.

Luciano Romanelli e Gina Maria Sortino

 

Lanfranchi era “affamato” e insaziabile. Non parliamo qui delle sue debolezze culinarie (gli amici lo ricordano come un’ottima forchetta), ma di conoscenze, di approfondimenti artistici. Era curioso nel significato più positivo del termine.

Al pianoforte, sapeva andare oltre la nota per approfondire il pensiero dell’autore sul piano del fraseggio, delle dinamiche, dei colori. La sua lettura era completa, la tecnica non era il fine, ma il mezzo per entrare nel linguaggio dell’autore e “interpretarlo” nel modo più completo e profondo. Una lezione che aveva saputo tramandare ai suoi allievi migliori.

Caterina Picasso e Guglielmo Nicolini

L’incontro di ieri, come si è detto, ha alternato le parole alla musica. Tanti i ricordi con testimonianze di vari amici e uno splendido video dello stesso Lanfranchi, video dal quale Bonuccelli ha estratto alcuni passaggi significativi dai quali è emerso non solo l’artista, ma anche l’uomo con la sua gioia di vivere pienamente  e la capacità (di esempio a tanti altri) di trasformare una grave disabilità in un valore aggiunto.

I due scultori Ilario Cuoghi e Ester Pasqualoni

Fra le parole, la musica. Due ex allieve si sono presentate in duo con i loro figli: una bella scelta atta a evidenziare un “passaggio” generazionale. Stefania Terrinoni, al pianoforte, ha dunque accompagnato la giovane figlia flautista Greta Spinelli, mentre Caterina Picasso ha dialogato con il figlio trombonista Guglielmo Nicolini. Due bei duo che il pubblico ha calorosamente accolto. Così come applausi ha strappato il pianista non vedente Luciano Romanelli che si è esibito in più ruoli: ha interpretato uno studio di Mendelssohn, ha improvvisato su un tema dato dal pubblico (Per Elisa) e infine ha accompagnato la cantante Gina Maria Sortino in una Ave Maria di sua creazione. Il settore musicale è stato completato da una registrazione dello stesso Lianfranchi, ripreso nel suo studio mentre interpreta Cajkovksij.

Lanfranchi è stato certamente fra i grandi sostenitori del rilancio del Teatro Sociale in un momento in cui il rischio concreto era che l’edificio venisse destinato ad altro. E per questo e per il ruolo fondamentale che l’artista ha svolto nello sviluppo culturale e musicale del territorio, gli allievi si sono rivolti a due scultori amici dello stesso Lanfranchi, Ilario Cuoghi e Ester Pasqualoni, che hanno creato una bella targa con l’auspicio che possa essere posizionata nel Ridotto del Teatro e che lo stesso Ridotto possa essere dunque intitolato al Maestro. Nella targa si legge “A Luciano Lanfranchi, una vita per la musica (1835-2022)” e, sotto, in braille, una frase dello stesso pianista: “Se hai la musica sotto le dita, ti rimane dentro per sempre”.

Luciano Lanfranchi