Capire i delicati e sottili meccanismi che sottintendono ai rapporti fra mondo musicale cittadino e politica locale è sempre molto difficile. Ci sono eventi per i quali si assiste a una parata di autorità, con lunghi e spesso ripetitivi discorsi sul palcoscenico; e ci sono eventi (magari dal significato culturale più rilevante) che vengono passati sotto silenzio. Tre esempi di questi giorni. Al concerto finale della stagione sinfonica il sovrintendente Claudio Orazi è giustamente salito sul palco con il presidente ad interim della Regione Alessandro Piana per annunciare la stagione successiva; venerdì sera a Nervi si è avuta la stessa doverosa attenzione per l’avvio del Festival con due esponenti istituzionali per conto di Regione e Comune. Ieri sera, invece, per l’inaugurazione del Paganini Genova Festival, non c’era nessuno e il concerto di Viktoria Mullova sarebbe passato per un normale appuntamento sinfonico se non ci fosse stato a ricordare l’evento il banner posizionato accanto all’orchestra.
Un atteggiamento che meriterebbe una riflessione anche perchè per la prima volta il Comune ha deciso di investire in maniera significativa sul Festival (200.000 euro) affidandone la realizzazione al Carlo Felice e agli Amici di Paganini. Una decisione lodevole che conferma l’attenzione del Comune nei confronti di Paganini, dopo il significativo lavoro riorganizzativo effettuato sul Premio Paganini.
Venendo al Festival, il concerto di ieri è stato straordinario.
Musicista di grande personalità e straordinaria intelligenza interpretativa Viktoria Mullova ha scelto per l’esibizione genovese il Concerto cui è maggiormente legata, quello di Beethoven.
Un capolavoro assoluto della letteratura violinistica. Al contrario dei concerti pianistici nei quali Beethoven lavora su una forte contrapposizione anche drammatica fra il pianoforte e lo strumentale facendo spesso della tastiera una seconda orchestra per impatto sonoro (si pensi al n.5) , nel concerto violinistico, non esiste “scontro” ma un dialogo quasi schubertiano in un clima di incantevole lirismo. E la Mullova ha saputo restituire questa caratteristica della partitura beethoveniana con un controllo del suono straordinario, pianissimi sussurrati eppure corposi, scatti di agilità nitidi. Un bagaglio tecnico inappuntabile sorretto dalla sensibilità di una grande artista. Un Beethoven, insomma, eccellente, assai fluido in una visione intimista da parte della solista e più estroversa e sonora da parte dell’orchestra guidata da Riccardo Minasi.
Alla fine dell’esecuzione beethoveniana il pubblico ha riservato alla Mullova autentiche ovazioni. Applausi interminabili che hanno “costretto” la violinista a concedere due bis: una pagina di ispirazione brasiliana scritta dal figlio Misha Mullov-Abbado e un Adagio di Bach restituito con una chiarezza esemplare. La seconda parte della serata ha riservato l’esecuzione da parte di Minasi e dell’orchestra della Sinfonia n.4 di Brahms in una lettura a tratti alquanto esuberante ed aggressiva e, in particolare nel primo movimento, non sempre equilibrata. Applausi comunque anche al direttore e all’ottimo complesso strumentale.
Il Festival: il programma dei primi due giorni
E’ dunque partito il Paganini Genova Festival che da qui a domenica prossima proporrà una serie di manifestazioni a ritmo serrato. Questo pomeriggio alle 15 da via Garibaldi inizierà una visita guidata alla Genova di Paganini. Alle ore 17 a Palazzo Tursi Mariateresa Dellaborra e Stefania Montonati ricorderanno la figura di Federico Mompellio, musicologo genovese che va annoverato fra i primi autorevoli studiosi di Paganini. La sera alle 20,30 all’Oratorio di San Filippo tornerà il violinista Mariusz Patyra che nel 2001 fu il grande vincitore del Premio Paganini. Patyra sarà accompagnato dall’Orchestra Paganini diretta da Vittorio Marchese. Per domani sono previsti quattro appuntamenti. I più piccoli sono convocati alle 15,30 al Museo Diocesano per “Mamma mia che capricci” uno spettacolo a cura di Carola Bellino (violino), Massimo Martinelli (pianoforte) e Elisa Moretto (cantante e animatrice). Salle 16 sarà possibile visitare la sede del Premio Paganini (Palazzo Doria Carcassi), mentre alle 17 Palazzo Tursi ospiterà la presentazione del secondo e ultimo volume dell’Epistolario Paganini realizzato dall’Accademia di Santa Cecilia. Infine, alle 20,30, ci si trasferirà a Palazzo della Meridiana per una lettura alquanto originale: quattro giovani attori della Scuola di Recitazione del Teatro Nazionale (Silvia Pelizza, Raffaele Barca, Pietro Desimio e Piergiorgio Tacchino) con il supporto musicale del violinista Filippo Taccogna, ripercorreranno, attraverso un testo tratto dalle carte originali custodito al Museo Mazziniano, il processo intentato a Paganini nel 1814 quando fu accusato di ratto e seduzione di minore, il cosiddetto “Affare Cavanna”.