L’Orchestra Paganini “danza” con classe

Ospite della stagione “La voce e il tempo” (organizzata da “Musica around” e diretta da Vera Marenco) ieri sera all’Oratorio di Santa Chiara si è esibita l’Orchestra Paganini diretta da Vittorio Marchese.

Staccatasi recentemente dal Conservatorio e diventata un’associazione autonoma, l’Orchestra sta affrontando un periodo particolarmente intenso di appuntamenti. Nominata “orchestra in residence” al Teatro Sociale, in Riviera si divide fra Camogli (dove l’aspettano altri due appuntamenti a breve) e Chiavari dove da tempo ha avviato una collaborazione con la locale Filarmonica.

Un ricco carnet di impegni che il complesso affronta puntando anche sulla varietà dei programmi.

Quello di ieri era dedicata alla danza declinata sotto vari aspetti. Un bel menù, risolto, va detto subito, con partecipazione espressiva e puntualità.

In apertura, dunque, la splendida Holberg Suite di Grieg che si richiama all’antico mondo delle danze barocche: suggestiva l’Aria centrale, raffinato il primo movimento cantabile, incisivo il finale con primo violino (Yesenia Vicentina) e prima viola (Teresa Valenza) impegnate in un virtuosistico dialogo, risolto brillantemente.

Poi il pezzo forte della serata, Apollon Musagete, di Stravinskij. La partitura risale al 1928 e mostra uno Stravinskij ben lontano dalle irruenti e aggressive note della Sagra o del Pierrot. Approdato al neoclassicismo, pur mantenendo alcuni caratteri tipici della sua scrittura (l’irregolarità e la versatilità ritmica, la ricerca armonica), in questo balletto di circa mezz’ora il compositore russo regala una pagina di straordinaria compostezza lirica, calata in un’atmosfera di rara eleganza. La suggestiva “cantabilità” non equivale a “facilità” esecutiva: è sempre Stravinskij con le sue insidie continue. E Marchese ha saputo guidare il gruppo con precisione e  felici intuizioni interpretative ben assecondato dai giovani strumentisti con la Vicentini ancora in evidenza negli assoli risolti con autorevolezza.

Infine le fresche Danze rumene di Bartok hanno concluso al meglio la serata.

Applausi calorosi e meritati.