Entra nel vivo la stagione invernale della Gog al Teatro Carlo Felice di Genova lunedì 9 dicembre con il gruppo Zefiro, insieme musicale fondato sul finire degli anni Ottanta che ricorda il benevolo Dio dei venti e i relativi miti.
Il repertorio di Zefiro è specializzato sul Settecento e porta alla luce le peculiarità della scrittura dell’epoca dando ampio risalto alle specificità espressive degli strumenti a fiato. Degno di nota anche il notevole lavoro di riscoperta sugli autori di fine Settecento come Georg Duschetzsky e Luigi Gatti.
Zefiro è presente nei principali festival europei di musica e con tournée in Israele, in Egitto, in Sud America, in Giappone, in Canada, in Corea e negli Stati Uniti, riscuotendo ovunque un grande successo di pubblico e di critica.
L’attività di Zefiro si divide in tre organici: ensemble da camera, gruppo di fiati [Harmonie] ed orchestra barocca proponendo una grande varietà di programmi dall’ampio repertorio del Settecento: dai concerti a 5 e per strumenti solisti di Vivaldi alle opere teatrali e musica festiva di Händel, dalle cantate di Bach alle Messe di Haydn, fino alla musica per fiati di Mozart, Beethoven e Rossini.
A Genova, su direzione di Alfredo Bernardini, l’Ensemble Zefiro (Gabriele Cassone, Jonathan Pia, Simone Amelli trombe,Riccardo Balbinutti timpani,Alfredo Bernardini, Paolo Grazzi, Emiliano Rodolfi oboi,Alberto Grazzi fagotto,Marcello Gatti flauto,Elisa Citterio, Gemma Longoni, Monika Toth, Sinni Ricci violini primi,Rossella Croce, Ulrike Fischer, Matilde Tosetti, Isotta Grazzi violini secondi,Teresa Ceccato, Danka Nikolic viole,Catherine Jones, Maria Calvo violoncelli,Vanni Moretto violone,Takashi Watanabe cembalo) ha portato un composito programma votato a Bach: Ouverture-Suite n. 4 in re maggiore BWV 1069,Ouverture-Suite n. 1 in do maggiore BWV 1066,Ouverture-Suite n. 2 in si minore BWV 1067 e Ouverture-Suite n. 3 in re maggiore BWV 1068. Ovviamente non si segue affatto uno stretto criterio cronologico: la scelta qui è quella di aprire e chiudere con due Ouverture-Suite dall’organico piu’ grande con trombe e timpani come la quarta, famosissima, con i richiami alla scrittura a due cori della tradizione veneziana. Nel mezzo di due veri e propri “colossi” ( l’altro è appunto l’ Ouverture n.3 BMW 1068 con la nota Aria sulla quarta corda “prestata” a SuperQuark, ndr) vengono accolte con naturalezza e maggiore rilievo le Ouverture- Suite maggiormente intime ad organico ridotto ove sono protagonisti gli oboi, il fagotto e il flauto. È comunque sempre un “Bach danzante” quello proposto, capace come ben scrive Alessandro Manucci nel programma di sala di viaggiare con la mente per tutta Europa attraverso lo studio delle partiture finite tra le sue mani.
Sottolineate a dovere durante tutto il concerto le toccanti movenze melodiche, molto accurati timbro e costruzione d’insieme, gli incedere solenni, le sezioni fugate centrali e in generale quelle ritmiche e con caratteri espressivi non banali in cui fioriscono il contrappunto, gli intrecci armonici, il susseguirsi brioso delle crome su un aprirsi delle classiche vivaci terzine o dei virtuosismi di semicrome.
Particolare interesse del pubblico per la seconda Ouverture, in si minore (BWV 1067) con il flauto traverso quale unico strumento solista, imprimendo sia un carattere intimista sia virtuosistico. Brillanti e con chiari riferimenti allo stile francese l’Ouverture, la Sarabande (meno solenne di tante altre) e poi squisitamente teatrali le Bourrées tra accenti e asimmetrie. Ottima la performance del flauto tra arabeschi e armonie nella Polonaise, dal sapore estemporaneo di danza, quindi a seguire il Menuet e soprattutto il pezzo finale difficilissimo da eseguire con tale profondità e slancio: la Badinerie conclusiva strappa un “Bravo, bravi!”. Applausi calorosissimi sul finale oltre che per il ricordo proposto dal direttore artistico della Gog Pietro Borgonovo per la scomparsa del musicologo e critico genovese Michele Mannucci, sempre presente nelle fila del teatro e nei maggiori eventi culturali genovesi nonché autore, tra le tante, di una interessante pubblicazione celebrativa nel 1987 per la stessa Gog, oltre che indimenticato addetto stampa del Teatro Carlo Felice, voce di Radio Tre Suite e docente al Dams di Imperia, per citare alcuni dei suoi incarichi nel settore.
Prossimo concerto attesissimo il 16 dicembre alle 20.30 sempre al Teatro Carlo Felice con Grigory Sokolov su musiche di William Byrd, Fryderyk Chopin e Robert Schumann. Tutte le info sul sito www.gog.it