“La magia del Die Zauberflöte rivive con Luzzati”

Grande attesa e platea gremita ieri sera al Carlo Felice per la prima del “Die Zauberflöte” di Mozart, assente sulla scena genovese da alcuni anni. Lo spettacolo, minacciato dalla dichiarazione di sciopero delle due sigle sindacali Cigl e Snater, è andato regolarmente in scena grazie al dialogo costruttivo intercorso tra i lavoratori, il nuovo vertice del teatro e le autorità locali presenti in sala: il Sovrintendente Michele Galli, la nuova Sindaca Silvia Salis e l’Assessore alla Cultura Giacomo Montanari. 

Silvia Salis ha commentato così l’esito positivo raggiunto: “…Se questa sera il sipario si è alzato, se l’orchestra ha suonato e il pubblico ha potuto emozionarsi, è grazie alle lavoratrici e ai lavoratori del teatro, e al metodo diverso che abbiamo scelto di adottare fin dal primo giorno: il dialogo vero, senza proclami e senza scontri. Di fronte a una situazione complessa, insieme ai sindacati e alle rappresentanze del personale ci siamo impegnati a garantire non solo lo svolgimento di questo spettacolo, ma il futuro stesso del Teatro Carlo Felice e delle sue manifestazioni culturali”.

Composto nel 1791, ultimo anno di vita del compositore austriaco estremamente denso e prolifico in cui scrive tra l’altro il Concerto per clarinetto, la “Clemenza di Tito” e il Requiem rimasto incompiuto, “Il flauto magico” è considerato il suo estremo capolavoro in campo operistico e grande pietra miliare per la cultura tedesca successiva e per la storia della musica.

Proposto nello storico allestimento di Lele Luzzati con la regia di Daniele Abbado e la direzione orchestrale di Giancarlo Andretta, ha visto il debutto dei giovani cantanti dell’Accademia di Alto Perfezionamento del Teatro. 

Ambientato in un Egitto immaginario le scene fiabesche di Luzzati hanno trasportato gli spettatori nel clima magico e fantastico del Zauberflöte: un impianto semplice ed essenziale, caratteristico della cifra di Luzzati capace di dare una lettura elegante e delicata. Su uno sfondo neutro e colorato diverse macchine mobili – un carro che si apriva in più parti come una matrioska, un uccello colorato e volante che trasportava i piccoli Geni – hanno dato, così, vita alle diverse ambientazioni fra maschere ornitologiche e corde infuocate, incantando il pubblico. L’uso delle luci e dei colori hanno reso perfettamente la dicotomia tra le due grandi forze in lotta all’interno dell’opera: il Bene, rappresentato dalla Luce e impersonificato da Sarastro, e il Male, rappresentato dall’oscurità e incarnato dalla Regina della notte.

La partitura mozartiana di una nobiltà assoluta è un continuo gioco in cui tragico e comico, leggerezza e severità si alternano e in cui voci e strumenti concorrono a creare atmosfere assolutamente sublimi e la bacchetta di Andretta ha condotto un egregio lavoro di concertazione e di ricerca di equilibrio fra buca e palcoscenico. Il risultato è stato lodevole, soprattutto per la presenza di un cast giovane che ha avuto dalla sua l’entusiasmo e la freschezza, ma che deve comprensibilmente ancora fare quella esperienza e raggiungere quella maturità che questo grande titolo richiede.

I cantanti, infatti, sono stati messi alla prova dalla complessità della varietà dei toni e della scrittura, dal continuo passaggio da arie solistiche ai concertati, agli interventi corali e dalla difficoltà della prosa in tedesco con encomiabili esiti in particolare per Gabriella Ingenito nel ruolo di Pamina, che ha dimostrato solidità tecnica, eleganza e grande espressività e Martina Saviano che ha reso i picchettati “sovrumani” dell’aria della Regina della Notte con prontezza e agilità seppur con una sonorità troppo delicata – in particolare nel registro grave – per il ruolo interpretato.

Bene anche Samuele Di Leo che ha interpretato un Tamino coraggioso e innamorato ed Ernesto de Nittis che ha divertito il pubblico nei panni del buffo Papageno in cerca della sua Papagena interpretata dalla carismatica Giada Venturini. Infine, da citare Antonino Arcilesi nei panni di un Sarastro non troppo autorevole, Davide Battarini nei panni del malefico e appassionato Monostatos e i piccoli Geni del Coro di voci bianchi del teatro. Fragorosi e lunghi gli applausi finali. Repliche da oggi pomeriggio.