Teatro di Genova: prove di resistenza

All’epoca della prima ondata di pandemia, la primavera scorsa, entrare in un supermercato richiedeva una buona dose di pazienza e di tempo. Una guardia giurata, all’ingresso, regolamentava l’accesso, non più di un certo numero di persone poteva aggirarsi in contemporanea fra gli scaffali. Regole rigide ma necessarie. Si vada oggi in un supermercato: il caos regna sovrano, la gente si accalca fra banconi e scaffali, nessuno controlla ad eccezione di qualche cassiera che riprende (spesso senza risultato) un cliente con la mascherina abbassata. Se dunque fra la prima e la terza ondata le regole relative ai grandi empori alimentari sono cambiate (e ci si chiede perché), quel che è rimasto immutato è la chiusura dei teatri e dei cinema. E ci si chiede perché.

Quando la scorsa estate, con tutte le limitazioni necessarie, i sipari si sono alzati, non ci sono stati casi di contagi (l’Agis ne ha segnalato uno nei quattro mesi di attività su 400.000 spettatori). I Teatri sono probabilmente in assoluto i luoghi più sicuri, ma rimangono chiusi.

Venerdì scorso il Teatro di Genova ha eccezionalmente aperto  a un ristretto numero di operatori e giornalisti le prove conclusive degli spettacoli in cantiere.

“Avevamo avuto una data per la possibile riapertura, il 27 marzo – ha spiegato il direttore Davide Livermore – E su quella abbiamo impostato le prove per essere pronti a tornare in scena. Purtroppo si è nuovamente fermato tutto, c’è un immobilismo pauroso a livello ministeriale”.

Attualmente sono in prova tre nuove produzioni che saranno presentate al pubblico appena possibile: “Solaris” di David Greig con la regia di Andrea De  Rosa, “Grounded” di George Brant con la regia di Davide Livermore e “Il mercato della carne” di Bruno Fornasari con la regia di Simone Toni.

Una scena di Grounded

 

“Grounded” è la prima regia espressamente creata da Livermore per Genova. Lo spettacolo, proposto nella traduzione di Monica Capuani, si avvale della interpretazione di Linda Gennari. Le scene sono dello stesso Livermore e di Lorenzo Russo Rainaldi, le musiche di Andrea Chenna. Venerdì abbiamo assistito a parte di una prova e la si è vissuta con una certa emozione: sedere nuovamente in una platea, vedere l’attrice  lì, a pochi metri, senza il tramite di un video, pareva di tornare indietro di anni.

Messo in scena per la prima volta nel 2013, “Grounded” di George Brant, è un articolato e drammatico monologo che ha avuto un fortissimo impatto sulla scena britannica e americana, con oltre centocinquanta allestimenti, dal clamoroso debutto al Festival di Edimburgo nel 2013 e poi al Gate Theatre a Londra sino alla produzione del Public Theatre di New York con protagonista la splendida Anne Hathaway.

Il testo pone al centro della scena una Top Gun, una pilota dell’aviazione degli Stati Uniti, donna orgogliosa del suo lavoro, della sua abilità al comando del mitico F16. L’incontro con un uomo le cambia però la vita: si innamora, rimane incinta, ha una bambina e da pilota “nel blu” viene “retrocessa” a pilota a terra di un drone. Di qui i suoi sentimenti contrastanti che sono quelli per certi aspetti di qualsiasi donna d’oggi combattuta fra la famiglia e il lavoro (anche se in questo caso,, il lavoro non è proprio comune).

Uno spettacolo affascinante che certamente piacerà al pubblico quando avrà la possibilità di vederlo, perché appare intelligentemente amalgamato fra la scena (una ampia pedana metallica e luminosa che sale e scende e dà il senso del volo), il continuo bordone sonoro elettronico e la eccellente recitazione di Linda Gennari.

“Per i settant’anni del Teatro – lamenta Livermore – avevamo organizzato una stagione di grande peso. Avevamo progettato la Congiura dei Fieschi nei luoghi reali. Stiamo continuamente aggiornando i nostri programmi ma è tutto difficile. Dovremmo pensare, tutti i teatri, a qualche forma di civile ribellione”.