Sara Rattaro, dieci anni di successi editoriali

Sara Rattaro non ha bisogno di presentazioni. Probabilmente è la scrittrice ligure più conosciuta e sicuramente è la più prolifica. In dieci anni di carriera ha scritto 14 romanzi e il 2021 non sarà da meno visto che è appena arrivato nelle librerie il quindicesimo Una felicità semplice edito da Sperling&Kupfer e in autunno usciranno altri due libri: uno per ragazzi e uno per bambini. Bella, brava, simpatica e instancabile, la Rattaro è una scrittrice molto amata dal pubblico per la sensibilità che dimostra e per il modo di rapportarsi con gli altri. L’abbiamo incontrata per parlare del suo nuovo libro e delle sue molteplici attività.

La copertina del nuovo libro

Sara, raccontaci la trama del tuo nuovo libro.

«Cristina, la protagonista, crede di avere amato già abbastanza. Si era sposata da giovane con l’uomo dei suoi sogni e la nascita di una figlia aveva completato il quadro della famiglia perfetta. Lui, però, muore a cinquant’anni di sclerosi multipla e Cristina si ritrova sola e smarrita visto che la figlia studia altrove e la mamma ha deciso, a settant’anni, di risposarsi. Un giorno va in un negozio e viene rapinata, in suo aiuto arriva quello che lei crede essere uno sconosciuto che, in realtà, è il suo vicino di casa. Da lì parte un lento corteggiamento che Cristina inizialmente rifiuta. Ma il dirimpettaio decide di non demordere e di intrattenerla sul balcone con giochi di prestigio, oppure di lasciarle sulla porta metà arrosto per cenare “insieme” anche se ognuno sul proprio balcone. C’è anche la figura della portinaia che avrà un ruolo cruciale…»

 Un libro che si discosta un po’ dai tuoi precedenti?

«In effetti avevo scritto un altro libro che mi piaceva da matti, ma forse era un argomento non adatto per il periodo che stiamo vivendo. Mi hanno chiesto di  raccontare una storia più leggera.  All’inizio ho fatto un po’ fatica, poi alla fine mi ci sono trovata. È una storia di rinascita, di seconde occasioni, molto accogliente, anche se ovviamente resto fedele a me stessa è c’è qualche colpo di scena finale. Ma in generale è un romanzo più rotondo, che riguarda un po’ tutti noi che, come Cristina, siamo sospesi tra occasioni che non sappiamo cogliere e scorci di felicità che ci fanno paura, tra mani che la vita ci tende e assi nella manica che potrebbero regalarci la mossa vincente.»

 

Nonostante la pandemia prosegue anche la tua scuola di scrittura creativa “Fabbrica delle storie”

«Sì, ovviamente in modalità online. Direi che ci siamo adattati abbastanza rapidamente, anche perché non c’erano alternative. Io preferisco fare i miei corsi in presenza, perché così si crea il gruppo e si sviluppa la creatività, però i vantaggi di questa modalità è che possono iscriversi persone da tutta Italia a non solo. Quest’anno ho persino una iscrizione dall’Olanda.»

Come stai vivendo questa fase storica?

«Non è sempre facile. I lati positivi sono quelli della comodità e dell’ubiquità, ma si perde la conoscenza del territorio, del viaggio. Potenzialmente si possono fare molte più cose, ma a me manca il pubblico, il sentire le persone. Alla fine uno scrittore si nutre della vita degli altri, mi manca la linfa.»

Sara Rattaro durante una conferenza

 

Nel 2020 hai festeggiato dieci anni di carriera. Cosa provi voltandoti indietro e vedendo la Sara di allora?

«Tanta tenerezza. Sara aveva capito tutto prima del tempo. Le era chiaro che questo era un mestiere complesso, fatto di fatica e che ogni lettore te lo devi conquistare con un lavoro a lungo termine. E lo ha fatto, divertendosi anche.»

Sono in arrivo anche due libri di letteratura per ragazzi?

«Sì usciranno in autunno, uno è una storia per ragazzi su Giorgio Perlasca, mentre quello per bambini parla di un gorilla.»