Pierangelo Conte: “Valorizzare la propria storia”

“Genova è una città sorprendente. Ha un grande fascino. La sto studiando per capirne meglio il carattere. E soprattutto sto approfondendo la sua storia, anche musicale. Una bella esperienza”.

Pierangelo Conte parla del suo impatto con la nostra città a pochi giorni dal suo insediamento al decimo piano del Carlo Felice come direttore artistico della Fondazione lirica genovese.

Diplomato in composizione, musica corale, direzione di coro e musica elettronica, Conte è l’ottavo direttore artistico nella storia del nuovo Carlo Felice dopo Alberto Zedda, Niccolò Parente, Alessio Vlad, Paolo Arcà, Alberto Triola, Cristina Ferrari, Giuseppe Acquaviva.

Da Venezia a Firenze a Genova

Al suo attivo vanta un intenso lavoro alla Fenice di Venezia e al Maggio Musicale Fiorentino.

“Dal 2005 al 2014 sono stato segretario artistico alla Fenice. Ho fatto parte della squadra che ha lavorato alla creazione di un modello finalizzato all’aumento del numero delle recite in rapporto alla città, e quindi al conseguimento di un certo livello di produzione per aumentare i ricavi. Nel 2014 sono diventato coordinatore artistico al Maggio Fiorentino, incarico che ho lasciato per venire qui. Sono arrivato a Firenze nel momento più drammatico: il teatro era a rischio liquidazione coatta per cui si è dovuto operare con un piano di risanamento molto duro e doloroso. Ma tornando alla storia genovese, a Firenze realizzai uno spettacolo per i bambini incentrato sulla Camerata Bardi e la nascita dell’opera. Mi premeva far capire a loro che il teatro musicale era nato lì. Vorrei analogamente fare qualcosa del genere qui, proprio per valorizzare il passato”.

L’attenzione per i contemporanei

Conte si è laureato con una tesi su Luigi Nono e in generale nutre un profondo interesse nei confronti della musica contemporanea.

“Il repertorio, naturalmente è molto importante, ma sono anche molto legato ai compositori viventi: è stimolante rapportarsi con autori con i quali poter dialogare e lavorare. Ricordo ad esempio un magnifico allestimento della Medea  di Adriano Guarnieri al PalaFenice: si ottenne anche il Premio Abbiati. Un autore per me fondamentale è Luigi Nono: l’ascolto e lo studio della sua ultima produzione costituirono un momento davvero importante per la mia formazione”.

L’Orchestra del Teatro durante il concerto di riapertura della scorsa settimana

 

Il teatro musicale: tutte le opere sono importanti se allestite bene

“Arrivato qui da pochi giorni, ho trovato una solida impalcatura relativamente alle stagioni imminenti. C’è molto da lavorare ma è stato anche impostato già molto. Se dovessi scegliere un titolo di mio particolare interesse, sarei in imbarazzo perché ritengo che sono tantissimi i titoli meritevoli di attenzione. L’importante è come si realizzano.. Quando ero a Firenze, proponemmo Rosmonda d’Inghilterra titolo pressoché sconosciuto di Donizetti. Un fior fiore di cast, una bacchetta eccellente e fu una rivelazione. Mi piacerebbe proporre Intolleranza di Nono che trovo sempre attuale, ma anche Albert Herring di Britten”.

Il repertorio sinfonico

“In campo sinfonico le possibilità sono molte. Per me sarebbe utile impostare un lavoro per cicli. Un modo anche per consentire all’Orchestra di crearsi un solido repertorio.

Un Teatro ricco di potenzialità

“Conoscevo il Carlo Felice, per essere venuto più volte a vedere qualche spettacolo. Ricordo ad esempio uno straordinario allestimento di Pizzi di Death in Venice. Il mio primo impatto è stato molto positivo. Ho trovato un teatro ricco di potenzialità. C’è molto lavoro da fare, ma c’è anche grande disponibilità a farlo. Credo che si debba operare tutti insieme ognuno nei propri rispettivi ruoli, ma con un obbiettivo comune. La crescita del Teatro dipende dalla buona volontà di ognuno. Il concerto maratona che abbiamo proposto per la riapertura ha anche questo significato: coinvolgere tutte le masse artistiche, dal Coro di Voci bianche al Coro degli adulti, dagli allievi della Accademia Vocale all’Orchestra. Il Coro di Voci Bianche è una bella realtà che va mantenuta e aiutata a consolidarsi ulteriormente. Il suo direttore Gino Tanasini ha fatto un magnifico lavoro in questi mesi riuscendo a mantenere compatto il gruppo in prove online che immagino molto complicate. Vorrei in futuro che questo gruppo avesse anche una funzione sociale, di dialogo con altri giovanissimi, magari meno fortunati. Mi piacerebbe, insomma, che diventasse una specie di ambasciatore del teatro”.