I colori del Quartetto Modigliani

Il Quartetto Modigliani è una formazione giovane per l’età anagrafica dei suoi componenti (Amaury Coeytaux e Loic Rio, violini, Laurent Marfaing, viola, François Kieffer, violoncello) e giovane per la sua costituzione che risale al 2003. Al talento individuale, affianca una coesione straordinaria ed è  stata questa qualità l’elemento vincente nel concerto tenuto ieri sera al Carlo Felice nell’ambito della stagione della Giovine Orchestra Genovese.

Un programma costruito con intelligenza per evidenziare la duttilità dei quattro artisti nella concezione del colore, del suono.

Mozart, innanzitutto con il Quartetto K 458 La caccia, restituito con limpida discorsività, in un gioco felice di scambi  e di fresca chiarezza espositiva.

Il Quartetto Modigliani

 

Poi, clou della serata, il magnifico Quartetto in fa maggiore op. 37 di Ravel. Un capolavoro assoluto della letteratura quartettistica e sin dalla esposizione del primo movimento ha piacevolmente impressionato la scelta del suono operata dagli interpreti: elegante, pieno, duttile, perfettamente centrato nelle atmosfere parigine del tempo. Bellissima la lettura del secondo tempo con quell’indugiare sui pizzicati che trasformano il quartetto in un unico, possente strumento a plettro. Ammirevole, infine, la sensibilità con cui i  quattro artisti hanno colto la raffinatezza del “Tres lent”, il terzo movimento.

In chiusura, un altro pregevole gioiello della letteratura cameristica, in questo caso, del primo romanticismo, il Quartetto in la minore D 804 di Schubert. E anche qui un suono diverso, appropriato alla dimensione intimista schubertiana con momenti di pregevole fattura esecutiva.

Applausi calorosissimi e meritati.