Un ultimo saluto a Pippo Crivelli

Quando ti viene data la notizia che una persona che hai conosciuto è venuta a mancare è sempre un dolore, ma se questa persona è anche una con cui hai condiviso tappe importanti della tua vita e che hai stimato molto, il dispiacere è ancora più grande. Questo è quanto accaduto a me ieri mattina, apprendendo dalla pagina facebook della collega e amica Marinella Guatterini riguardo la morte di Filippo Crivelli. Pippo, così lo battezzarono subito quando fu assistente di Visconti alla Scala, è stato un regista straordinario che debuttò proprio al Carlo Felice di Genova nel 1958 con La bohème di Giacomo Puccini e che con la nostra città mantenne un rapporto continuativo fino al tre anni fa. Lo rividi infatti  per l’ultima volta all’inaugurazione della mostra su Luzzati a Palazzo Ducale venerdì 31 maggio 2019.

“Insieme abbiamo fatto ben 32 spettacoli – aveva detto in quella occasione – Ho conosciuto Lele nel 1957. Mi parlò bene di lui Tatiana Pavlova, mio primo ” maestro” di teatro che preparava la regia de La Wally alla Scala. Appena vidi gli schizzi di Lele compresi il grande talento che avevo davanti e capì che tra noi sarebbe nata una grande intesa che si sarebbe protratta negli anni come poi è stato. Lele come me amava il teatro in tutte le sue manifestazioni, nulla lo sorprendeva, tutto lo entusiasmava. Non dimenticherò mai quel sorriso di candore che era sempre sul suo volto e che ci ha tenuti uniti per 50 anni”.

Pippo Crivelli con Carla Fracci

 

Quella mattina ricordo che mi avvicinai a lui chiedendogli se mi riconosceva e al suo “sì cara, certo” è stato un piacere ricordare insieme tutte le opere con la sua regia in cui avevo danzato e soprattutto il ballo Excelsiorche grazie a lui rinasceva nel 1967 riportando sulla scena l’estro manzottiano e il sapore antico dello spirito italiano in danza.  La storica e fortunatissima ripresa in occasione del  XXX Maggio Musicale Fiorentino è un punto dl riferimento nel repertorio corrente che ha collezionato una serie di strepitosi successi. Gli interpreti di quell’edizione erano Ludmilla Tcherina (Luce), Ugo dell’Ara (Oscurantismo), Carla Fracci (Civiltà), direttore d’orchestra Franco Mannino. Con Carla Fracci e Paolo Bortoluzzi nei ruoli della Civiltà e dello Schiavo, il ballo di Manzotti e Marenco ricompariva alla Scala il 16 settembre 1974 e alle Terme di Caracalla di Roma (stagione estiva 1976 con il complesso di ballo del Teatro dell’Opera).  Nell’estate 1978, in occasione dei duecento anni di storia della Scala, il famoso teatro milanese riproponeva ancora una volta Excelsior di nuovo con Carla Fracci (Civiltà), e Paolo Bortoluzzi (Schiavo), Enrico De Mori dirigeva l’orchestra.

Il balletto fu ripreso nella stagione Scala 2002, presentato prima al Teatro Arcimboldi di Milano, arrivò anche al Carlo Felice di Genova e vide nascere l’astro Roberto Bolle nel ruolo dello Schiavo. Io ero lì, è stata la mia ultima volta sul palco come ballerina (del resto avevo oramai 42 anni) ed è stata un’esperienza straordinaria grazie all’atmosfera che si respirava nel corpo di ballo scaligero allora diretto da Frederic Olivieri e al sorriso perenne di Pippo, gentile e disponibile come sempre.

Avevo danzato anche nel suo Pipistrello sempre al Carlo Felice nel 1999, diretto da Daniel Oren con Luciana Serra, Vittorio Vitelli, Francesca Franci, Antonino Siragusa ed Enrico Campanati. Anche quella fu un’esperienza indimenticabile. Pippo aveva curato anche le scene, bellissime, con i due scaloni laterali dove scendevano sulle note dei  valzer di Strauss.

Insomma i ricordi che mi legano a Crivelli sono tanti come quando al telefono mi raccontava dei suoi favolosi anni ’50, che chiamava irresistibili e irripetibili: “Eravamo un gruppo di scapestrati fra cui Zeffirelli e Tosi…che talenti! Si lottava contro la tradizione di Ghiringhelli sotto il maestro Luchino. Poi lavorai alla neonata Piccola Scala, mi trasferii per un breve periodo a Roma dove divenni amico di Bolognini e della Betti che avrei portato al Gerolamo col suo recital intellettuale, scandaloso di Fortini, Pasolini, Arbasino. Da lì è una lunga, lunga storia…” Era un piacere ascoltarlo.

“Vienimi a trovare a Milano, quando vieni alla Scala” mi scrisse l’ultima volta via mail, era il 29 giugno 2019, ma poi arrivò il covid e tutto è diventato più difficile. Oggi tanta nostalgia di non esserti riuscita ad abbracciare ancora. Addio caro Pippo.