Casa Ricordi, saggio cult per musicisti e profani di Francesco Lodola

Una grande novità in libreria reca con sé il sapore della storia e il germe del cambiamento. Che sia di classica, non scontata, godibilissima e che provenga da una penna giovane, ma già affermata in questo mondo, vale ancor di più. Il filo rosso del volume,  “Casa Ricordi. Una storia italiana” di Francesco Lodola per il gruppo Albatros – Il Filo, è quello del celebre marchio simbolo del repertorio più popolare, costantemente intrecciato con personalità, con grandi eventi, ma anche col quotidiano, del resto tutti gli studenti hanno avuto tra le mani qualcosa di Casa Ricordi, passando lunghe ore ad esercitarsi sui loro spartiti.

“Grazie alle diverse generazioni di imprenditori illuminati e abili nel comprendere le nuove dinamiche editoriali – scrive l’autore-, Ricordi è diventata un’istituzione nel mondo della musica e custodisce nei suoi archivi e raccolte la storia musicale del nostro Paese”. Il lavoro letterario di Lodola è un saggio, ma è anche il racconto di un mondo in divenire, di quel flusso ininterrotto della storia del belcanto, dei grandi compositori, delle rappresentazioni nei principali templi della musica italiana, senza dimenticare le innovazioni di processo e di prodotto, a partire dalle battaglie per il riconoscimento dei diritti d’autore.  Un inanellarsi di vicende umane ed imprenditoriali che segnano il valore della musica, la coltivano. E del resto la stessa parola cultura deriva dal latino colĕre , coltivare.

TRE DOMANDE A FRANCESCO LODOLA

La storia di Ricordi, iniziata agli inizi dell’Ottocento con Giovanni Ricordi, ha segnato indelebilmente lo sviluppo della musica dalle romanze da salotto di Tosti sino all’Inno di Mameli. Cosa significa ancor oggi?

F.L. “L’idea di scrivere un libro sulla storia di Casa Ricordi è nata in me proprio dall’esigenza di rispondere a questa domanda. Io ho studiato pianoforte per più di dieci anni e mi sono diplomato al liceo musicale della mia città, Verona, e ogni studente di musica possiede almeno uno spartito su cui campeggia la famosa scritta “Ricordi”. Questa famiglia, la loro storia, sia personale (stiamo parlando di una galleria di personaggi dalle qualità umane eccezionali) che imprenditoriale, hanno inciso in maniera profonda sulle vicende socio-politiche e culturali del nostro Paese, in un momento di trasformazione complessa come il Risorgimento e il post-Unità, una fase storica che ha visto il consolidamento dell’Italia, così come la conosciamo noi oggi. Il libro pone in particolare l’attenzione sul cammino per l’ottenimento del riconoscimento del diritto d’autore, un tassello fondamentale per il passaggio dal concetto di “atto creativo” a “prodotto artistico”. Un processo che nell’epoca del consumismo attuale ha raggiunto il suo culmine portando alla tanto disprezzata “mercificazione” dell’arte: alla fine anche Rossini, Verdi e Puccini erano musicisti commerciali (proprio grazie alla spinta di Ricordi) non meno dei BTS o dei Måneskin (ndr., ride!) senza voler ovviamente minimizzare il genio dei tre compositori. Insomma, Ricordi oggi vuol dire una rivoluzione che ha trasformato la nostra cultura in modo, forse invisibile ai più, ma certamente radicale”. 

2)E’ una storia anche di amicizie, non solo di imprenditoria illuminata…

F.L. “L’altro lato di questa storia è quello umano, ed è forse l’aspetto che, personalmente, più mi commuove ed emoziona. Le vicende umane dei Ricordi si allacciano in modo imprescindibile al loro modo di essere imprenditori: anche nel momento in cui la piccola bottega Ricordi si trasformò in un’azienda enorme, non smisero di essere “famiglia”. Penso con enorme tenerezza al momento in cui Giulio Ricordi scopre il talento del giovane Giacomo Puccini e lo prende tra le sue ali, gli dà il tempo di studiare e maturare le sue capacità, dandogli uno stipendio mensile. È un gesto non solo di mecenatismo e di intuito artistico straordinario, ma è anche un atto di eccezionale umanità. Lo guardo con gli occhi di oggi, dove si dà troppa poca fiducia ai giovani e dove spesso il talento non viene ricompensato, ma solo sfruttato e buttato via. Rossini, Verdi, Puccini non erano per i Ricordi dei nomi iscritti ad una lista: erano amici, figli, fratelli, uniti tutti da un amore artigianale verso l’arte, genuino, sorgivo. Un saggio non dovrebbe forse trattare d’amore o di sentimenti, il mio lo fa, contro qualunque regola, con la speranza che questi personaggi diventino modelli per gli imprenditori dell’arte che verranno”. 

 

3) Casa Ricordi come si è adeguata ai tempi e quali sono le potenzialità?

F.L. “Oggi Casa Ricordi “parla” italiano solo tra le pagine dei suoi spartiti, perché è parte di una società tedesca, a cui l’azienda è stata ceduta tra gli anni Novanta e i primi Duemila. L’Archivio storico, il luogo che il compositore Luciano Berio definì “la cattedrale della musica” e i cui insostituibili documenti sono stati alla base del libro, rimane comunque per clausola contrattuale totalmente italiano, e si trova dal 2003 nella Biblioteca Nazionale Braidense di Milano. Non possiamo probabilmente parlare di future potenzialità in senso stretto, ma certamente l’obiettivo principale deve essere quello di conservare al meglio l’inestimabile patrimonio Ricordi e testimoniare il glorioso passato della Casa per portarne esempio e luce al presente e al futuro della storia dell’editoria musicale. Per quanto riguarda il modo in cui Casa Ricordi si è adeguata ai tempi è necessario ricordare come non ci sia mai stato un solo momento in cui la forza del cambiamento non abbia spinto l’energia motrice della casa editrice, ossia la stessa famiglia Ricordi, a cercare nuovi stimoli. Tito II Ricordi, figlio di Giulio e ultimo discendente del ramo principale della famiglia, aprì la casa al nuovo fenomeno della discografia e del cinematografo, cedendo per esempio i diritti di opere come Aida, per realizzare i primi grandiosi film-opera muti, in collaborazione con la leggendaria Film d’Arte Italiana, ramo francese della celebre Pathè e capostipite della cultura cinematografica in Italia. Questo ha portato Casa Ricordi a rimanere un fenomeno vivo: lo sguardo costantemente puntato al futuro, orgogliosi custodi del passato e profondamente consapevoli del presente”.