Decifrare l’Oceano insieme a Simone Regazzoni: l’ultimo saggio sulla filosofia del pianeta

“La crisi ecologica che colpisce il nostro pianeta è una crisi cosmologica che ci obbliga oggi a ripensare l’idea stessa di pianeta e di vita al di là di quel costrutto culturale a misura d’uomo che abbiamo chiamato Pianeta Terra. Per fare questo serve una nuova filosofia della natura che guardi a ciò che, agli albori del pensiero, venne chiamato Okeanós: il flusso primordiale da cui tutto ha origine e che tutto avvolge come un enorme grembo materno”.

Parte da qui, dopo il successo del volume “La Palestra di Platone”, l’ultimo lavoro per Ponte alle Grazie del filosofo Simone Regazzoni presentato alla Feltrinelli di Genova nella serata del 5 maggio. Il tema ecologico mostra una chiara matrice etica: fino ad oggi lo abbiamo descritto come un rapporto tra gli umani e il mondo, pensando alla natura come qualcosa di “altro da noi”, un “oggetto” da salvaguardare.

“C’è un approccio che potrebbe risultare più interessante – dice Simone Regazzoni – , vale a dire ripensare l’idea dell’abitare. Il Pianeta Terra è un costrutto culturale che vede noi al centro, sulla terra ferma, e il resto a contorno. In realtà sin dall’antichità il pianeta era stato concepito in maniera diversa, con una centralità degli oceani che anche oggi la biologia riconosce. Il clima e l’ossigeno sono regolati dall’oceano, vi si concentra l’80% delle specie viventi,  la stessa conformazione della vita dipende dagli oceani… Quindi ripensare uno spazio come oceanico, e la stessa Nasa non a caso chiama il nostro pianeta Water World, è importante”.

Di fatto il corpo a corpo con la filosofia presocratica è evidente. “Sono qui per pensare con Oceano –scrive l’autore -, immerso fisicamente, materialmente, nel flusso del suo scorrere. Perché Oceano non è una cosa, un oggetto e nemmeno un iperoggetto. I Greci lo sapevano bene”. Una sorta di rivoluzione e una condizione, quella dell’ immersione, che ci permette di essere interconnessi con tutti gli esseri viventi. “L’idea di immersione – aggiunge Regazzoni-  è una idea di continuità dove l’elemento della territorialità e delle gerarchie viene meno”.

La riflessione filosofica si mescola con le percezioni del corpo,  coi miti orientali della creazione, con l’arte e le arti, ma anche con le decostruzioni nella storia. “La stessa globalizzazione  – conclude Regazzoni- è stata definita una oceanizzazione del Pianeta. La maggioranza degli scambi ormai passa attraverso gli oceani e non a caso sarà lì che si giocheranno tante battaglie commerciali future”.

Ovviamente nel saggio c’è molto di più. Senza spoilerare l’oceanizzazione dei pianeti, non solo del “nostro”, mi piacerebbe consigliare caldamente la lettura di questo testo  che conduce “là dove non abbiamo mai cessato di essere, dove si tratta di imparare ad abitare, come su un altro pianeta, in un’altra dimensione della vita”.