Al Sociale di Camogli: Romeo e Giulietta, con il Balletto di Milano

Romeo e Giulietta rappresentano universalmente i protagonisti dell’amore più puro in contrasto con la società e il mondo, un amore che sceglie di vivere oltre ogni barriera e oltre la morte. Il Balletto di Milano porta in scena domenica al Teatro Sociale di Camogli un’azione coreografica in due atti su musiche di PëtrIl’ič Čajkovskij che ripercorre fedelmente la vicenda narrata da William Shakespeare. Le coreografie e i costumi sono di Federico Veratti, le scenografie di Marco Pesta; lo spettacolo ha debuttato al Teatro di Milano nel 2016 e da allora è diventato uno dei titoli di punta della compagnia milanese diretta da Carlo Pesta.

Il balletto immerge la vicenda dei due amanti veronesi in una realtà a due colori, oro e argento, simbolizzazione cromatica delle due famiglie rivali: oro sfavillante per i Capuleti, argento vivido per i Montecchi. Dal punto di vista coreografico la ricchezza di passi trionfa nelle danze d’insieme, la ricerca di un’estetica personale si accentua negli emozionanti passi a due e i virtuosismi della danza classica si fondono armoniosamente con espressioni moderne, rivelando, da parte dei ballerini, una notevole padronanza tecnica.

Quella dei due amanti di Verona è una una storia antica che la danza ha fatto propria. Se l’opera di Shakespeare risale al XVI secolo, la narrazione coreografica ci porta a un linguaggio novecentesco. Siamo nel 1938 quando il compositore russo Sergej Prokofiev vide il debutto della sua opera con le coreografie di Lavrovsky, non al Kirov di Leningrado che gli commissionò l’opera, ma a Brno in Repubblica Ceca, per questioni ideologiche e disaccordi vari (al Kirov fu rappresentato in un’edizione rinnovata solo nel 1940). Nel 1942 a Parigi fece il suo debutto il balletto “Romeo e Giulietta” con la musica di Čajkovskij (l’ouverture- fantasia che il celebre musicista compose nel 1880) e la coreografia di Serge Lifar.

Nel dopoguerra le rappresentazioni aumentano così come salgono le scelte e le narrazioni stilistiche attorno all’opera shakespeariana. Citando nomi e interpreti celebri: sulla composizione di Prokofiev si sono cimentati nel 1955 Frederick Ashton per il Balletto Reale Danese; nel 1956 Birgit Cullberg portò il Balletto Reale di Stoccolma con il suo “Romeo and Juliet” al 2° festival di Nervi; nel 1958 debuttò la versione di John Cranko per il Teatro alla Scala (seguì una versione del 1962 per lo Stuttgart Ballet di cui aveva assunto la direzione nel frattempo); nel 1965 la versione di Kenneth McMillan per il Royal Ballet con due protagonisti eccezionali, Rudolf Nureyev e Margot Fonteyn. Tra i grandi coreografi che hanno fatto la storia della danza va aggiunto  Maurice Béjart, che trasse ispirazione dalla composizione di Berlioz (1839) per il suo “Romeo e Giulietta” del 1966 portato in scena dal Ballet du XXième siècle. Anticipò gli anni della contestazione giovanile ambientando la tragedia nella società moderna contrapponendo l’amore al potere.

Tornando a Čajkovskij, la sua partitura è stata utilizzata da Mats Ek (figlio di Birgit Cullberg) nel 2013 per il Balletto Reale di Stoccolma, un innovativo “Giulietta e Romeo” in cui mostrò una storia narrata non secondo la trama di Shakespeare ma attraverso i sentimenti dei protagonisti, mostrando come la tragedia della giovane coppia fosse inseparabile dalla società lacerata dai conflitti in cui vivevano.