Idomeneo di Mozart, al Carlo Felice grandi voci con finale di fiori e danza

Una prima per così dire ‘assoluta’ quella dell’Idomeneo di Mozart, sia per la presentazione sul palcoscenico genovese sia per l’omaggio ai 243 anni dal debutto a Monaco. Più facile trovare in cartellone il Don Giovanni, Le Nozze di Figaro, Così fan tutte, Il flauto magico, Il ratto del serraglio. Più difficile, anche se solo sulla carta, per i non avvezzi seguire oltre 3 ore del dramma per musica in tre atti, tra l’altro già tentata  recentemente con successo, per l’esattezza nel 2019 con alla Scala proprio con l’allestimento acquistato dal Carlo Felice. All’inizio il pubblico in sala si mostra un po’ titubante, ma già nell’intervallo l’entusiasmo diventa unanime  e palpabile. Le scene sono di Volker Hintermeier, la regia di Matthias Hartmann. Ben sottolineata l’inclinazione in alcuni punti da Sturm und Drang, contrapposta al puro classicismo che uniti danno un ottimo quadro delle tendenze musicali (italiane, francesi, austro-tedesche) oltre che delle inclinazioni teatrali grazie ad un libretto fitto e ricco di metafore. Basti pensare al trionfo della coppia di giovani sull’autorità paterna vecchio stampo e per lungo tempo imperscrutabile, simbolo chiarissimo dell’incedere delle nuove monarchie illuminate. Nessun richiamo invece all’attualità, come altri allestimenti fanno con migranti o profughi.

Protagonista Idomeneo (Antonio Poli), re di Creta che torna in patria dopo la caduta di Troia, e che per volere del fato si contrappone al figlio Idamante (Cecilia Molinari) di belle speranze per un voto fatto a Nettuno. Un tema che era già stato tratto da Antonie Danchet, che peccava però di minore rispondenza tra musica e testo. Funziona l’azione, così come i profili psicologici dei diversi personaggi, in preda ad una vera e propria tragedia interiore, ognuno a modo suo. Che sia per passione, che sia per voluttà e possesso, che sia per amore paterno, nulla è lasciato al caso. Serrato il ritmo tra naufragi, amori (come per Elettra e Ilia) e le vicende prettamente politiche. Grandiosa la scena dell’ira di Nettuno (Ugo Guagliardo) e quella in cui il popolo  cretese e il Gran Sacerdote (Blagoj Nacoski) si rivolgono a Idomeneo per scoprire il voto. Bene l’Orchestra diretta da Riccardo Minasi, con diverse finezze, come quelle di Sirio Restani al clavicembalo, molto bravo il Coro che ha un ruolo decisamente importante. Promosso a pieni voti il Balletto della Fondazione Formazione Danza e Spettacolo For Dance ETS, marcatamente nella prima parte dello spettacolo e nei mimi che portano sul palco tutto il movimento del mare, dalle onde sinuose alla tragedia della tempesta e di un vortice che tutto inghiotte. Stupisce positivamente per grandissime doti e capacità sceniche la giovane Benedetta Torre, bene tutte le voci, sicuramente un po’ penalizzato Giorgio Misseri in una parte come l’Arbace, estrema nella sua complessità.

Se però pensiamo all’insieme il personaggio che più attira è forse il più coerente, Idamante, reso benissimo da Cecilia Molinari, che sa mantenere sempre una certa purezza e positività di valori agendo spesso per il bene comune senza guardare al proprio tornaconto. Lo stesso Ilia (Benedetta Torre), resta fedele a se stessa, capace di sacrificare qualsiasi cosa, la vita stessa, per salvare il suo amato. Il finale è da fiaba, in un trionfo di  fiori e di danza.
Copiosi applausi per un’opera che venne rappresentata per la prima il 29 gennaio 1781 all’Hoftheater di Monaco, con Mozart appena venticinquenne. A Genova si replica domenica 18 alle 15, venerdì 23 alle 20 e domenica 25 alle 15.

Personaggi e interpreti
Idomeneo
Antonio Poli
Idamante
Cecilia Molinari
Ilia
Benedetta Torre
Elettra
Lenneke Ruiten
Arbace
Giorgio Misseri
Gran Sacerdote
Blagoj Nacoski
Voce di Nettuno
Ugo Guagliardo
Due cretesi
Lucia Nicotra
Maria Letizia Poltini
Due troiani
Damiano Profumo
Franco Rios Castro
Maestro concertatore e direttore d’orchestra
Riccardo Minasi
Simone Ori (25)
Regia
Matthias Hartmann
Scene
Volker Hintermeier
Costumi
Malte Lübben
Coreografie
Reginaldo Oliveira
Luci
Mathias Märker / Valerio Tiberi
Allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova
Orchestra, coro e tecnici dell’Opera Carlo Felice
Maestro del coro Claudio Marino Moretti
Violoncello Antonio Fantinuoli
Clavicembalo Sirio Restani
Balletto Fondazione Formazione Danza e Spettacolo “For Dance” ETS