Solenghi e Pozzi fanno rivivere il teatro di Govi

Era il 1923 quando Gilberto Govi con la sua compagnia rappresentò al Teatro dei Filodrammatici di Milano la commedia I manezzi pe majâ na figgia di Niccolò Bacigalupo. Il successo fu straordinario e partì da lì la carriera nazionale del grande attore genovese, fino ad allora applaudito essenzialmente nei teatri della sua città che potè lasciare il posto fisso di disegnatore alle Officine Elettriche Genovesi per dedicarsi anima e corpo al teatro.

I manezzi hanno rappresentato, dunque, il punto di svolta nella carriera di Govi e non a caso, ieri sera, hanno inaugurato il Festival Govi organizzato al Teatro Sociale di Camogli con una affluenza di pubblico talmente straordinaria da convincere gli organizzatore ad aggiungere una recita a quelle previste inizialmente.

Il Festival goviano prevede spettacoli, incontri e una mostra in collaborazione con il Civico Museo Biblioteca dell’Attore, visitabile da ieri a domenica 5 giugno.

Tullio Solenghi e Elisabetta Pozzi durante lo spettacolo

 

Artefice primo del successo di ieri, l’attore e regista Tullio Solenghi cui è toccato l’onore e l’onere di rifare Govi. Ma come rifarlo? Solenghi lo aveva dichiarato tranquillamente nelle giornate di prova, semplicemente clonarlo: “Govi, infatti, è ormai una maschera  ligure e allora se non ho problemi a rifare Arlecchino non debbo averne a riprendere Govi….”. E a guardare Solenghi in scena truccato da Govi, davvero si può dire che di clonazione si tratta: identico! Solenghi, insomma, ha trovato la strada giusta, non scimmiottando Govi, ma interpretandolo rigorosamente, riprendendone i modi, le movenze con disinvoltura, facendolo rivivere  in tutta la sua freschezza emotiva e con una assoluta fedeltà al testo.

Al suo fianco la moglie Rina aveva voce e fisicità di Elisabetta Pozzi che si è calata nella parte in maniera assolutamente straordinaria giocando con la voce, con le espressioni facciali: una grande interpretazione che ha avuto momenti davvero esilaranti.

Bravi anche gli altri component del cast: Roberto Alinghieri (assistente alla regia) ha restituito con ironia la figura dell’avvocato Venanzio, Stefania Pepe è stata la simpaticissima domestica Cumba (ruolo che fu in passato di Anna Caroli), Laura Repetto la figlia di Govi, Matilde, Isabella Loi la più fortunata Carlotta, Federico Pasquali Cesarino, Pier Luigi Pasino, Pippo e infine Riccardo Livermore, figlio d’arte, il conteso Riccardo. Semplici ma perfettamente funzionali le scene di Davide Livermore (lo spettacolo era in coproduzione con il Teatro Nazionale di Genova).

Simpatica l’invenzione finale con tutto il cast raccolto intorno a una vecchia radio che trasmette la voce di Govi in “Ma se ghe penso”.

Applausi meritati e prolungati per tutti. Da non perdere.